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Lavoratori
italiani arrivano alla Hospedaria dos Imigrantes nel quartiere del
Brás, São Paulo, alla fine del XIX secolo.
Fonte:Memorial do Imigrante |
ra 1891 e 1895, 81 famiglie (257 persone) provenienti da
Schio, città della provincia di Vicenza (Italia) entrarono nello Stato di São Paulo (SP). Questo gruppo apparteneva ad un contingente molto
più grande di 288 famiglie (1.040 persone) di operai tessili che immigrarono nel Brasile,
nello stesso periodo.
ltre a São Paulo, gli altri quattro stati brasiliani
che ricevettero contingenti immigratori partiti da Schio furono, seguendo l'ordine di
grandezza: Rio Grande do Sul [(RS)
Sud], Rio de Janeiro [(RJ) Sudovest], Minas
Gerais [(MG) Sudovest] e Espírito Santo [(ES) Sudovest]. Qualche famiglia si dislocò in un secondo
momento dal Rio Grande do Sul a Santa Catarina (Sud), come si potrà vedere trattando dei
loro tragitti. Comunque, si deve considerare che, fino a dove siamo potuti arrivare con i
risultati ottenuti dalle ricerche, 157 famiglie (circa 543 persone) non hanno, ancora,
avuto le loro destinazioni o almeno i luoghi dove sbarcarono e furono identificati.
ome già abbiamo affermato, al di là del grande
contingente di immigranti che arrivò nello stato di São Paulo, un'altro significativo
gruppo si diresse all'altopiano del Rio Grande do Sul, dove si situa l'attuale Caxias do
Sul. Lì, a partire dalla loro iniziativa si stabilì, ancora negli anni successivi al
1891, la "Cooperativa de Tecidos de Lã" che comprendeva altre due ditte: la
"Sociedade de Tecidos Tevere" e la "Sociedade Novità", sciolte
attraverso una decisione dell'assemblea dai propri soci il 4 febbraio 1917. La storia
dell' immigrazione originaria a Schio nel Rio Grande do Sul viene intrinsecamente
associata alla fondazione di Galópolis
(antica "El Profondo"), distretto di Caxias do Sul, e della sopraccitata
cooperativa tessile, poi trasformata nel Lanificio "São Pedro".
Indipendentemente dalle sue origini specifiche, questo contingente di lavoratori venuto
dal circondario scledense diede vita ad un insolito stabilimento di natura
industriale - dentro una zona, all'epoca di economia prevalentemente rurale - cambiando e
dinamizzando in modo qualitativo i processi produttivi fino ad allora egemonici in quella
regione. La città Caxias do Sul diventò, così, un importante polo industriale grazie
alle iniziative come quella dei costruttori della "Cooperativa de Tecidos de
Lã". Quegli operai, malgrado i presumibili legami con le idee socialiste e
anarchiche, erano, già allora, integrati sotto l'ottica economica al circuito delle
merci. Possedevano un sapere sconosciuto dalla grande maggioranza degli immigranti veneti,
trentini e lombardi che abitavano l'altopiano gaúcho, originari, como si
pressuppone, prevalentemente dalla campagna. La ditta comunitaria nata dalle mani
proletarie sarebbe passata nel secondo decennio del secolo XX al controllo privato del
piemontese Ercole Gallò e così via per ritornare, molto recentemente, alle mani operaie
tramite una nuova cooperativa autogestita.
n'altro apporto che la nostra ricerca è stata in grado di dare a questo
studio dell'immigrazione scledense è stata la scoperta di un gruppo di questi operai che
si diresse nelle fabbriche tessili dello Stato di Rio de Janeiro. Particolarmente, l'
opificio esistente nel distretto di Cascatinha,
appartenente al Comune di Petrópolis (antica capitale estiva dell'ultimo imperatore
brasiliano: Pedro II). Questa fabbrica chiamata Companhia Petropolitana, il cui edificio
di grande dimensione è tuttora in piedi, era una delle principali ditte dell'altopiano fluminense.
Dai dati pubblicati nel 1906, lì erano occupati circa 1100 lavoratori, la stragrande
maggioranza italiani. In quel periodo fu l'unica fabbrica tessile a produrre panni in seta
in tutto il Brasile. Il suo fondatore era stato un italiano di nome Edoardo Capitani.
ltre poche famiglie di immigranti di Schio diressero
verso gli stati di Minas Gerais e Espírito Santo. Ciò, dovuto all'isolamento dei
territori destinati all'insediamento degli italiani, sempre all'interno e sull'altopiano
di quelle circoscrizioni, propri all'agricoltura, e, ancora, alla lontananza dagli altri
compaesani, stabiliti piuttosto nelle zone industriali degli stati più meridionali del
paese. Di conseguenza, non abbiamo trovato, fino ad ora, nessun registro che indichi la
loro integrazione col mondo dell'industria che probabilmente esistesse in quei luoghi.
na delle caratteristiche di questo importante
trasferimento demografico fu l'aspetto comunitario. Le genti partivano da Schio in grandi
gruppi, viaggiavano in convogli per migliaia di chilometri, attraversando l'oceano, e
così come erano partiti, arrivano sul posto. Tante volte furono ad abitare insieme o
vicini gli uni degli altri. Perciò, resta adesso da chiedersi: quali potrebbero essere
stati i motivi che fecero immigrare questi operai in modo solidale ed in massa?
a causa principale della spinta migratoria del 1891
fu l'irruzione della crisi che si abbatté sulle relazioni di lavoro, fino ad allora
stabili, tra gli operai, da una parte, e i rappresentanti dell'impresa "Lanificio
Rossi S.p.A.", la maggior ditta tessile d'Italia in quel momento. L'epicentro degli
avvenimenti che portarono alla rottura di quella transitoria "pace sociale", fu
lo sciopero del 17 febbraio del suddetto periodo, la prima, dopo diciotto anni di
produzione ininterrotta. Nei mesi e negli anni seguenti, ci furono altre manifestazioni
dello stesso genere motivate dal ribasso del costo delle ore lavorative e dalle pessime
condizioni di lavoro.
ome protagonisti di queste amare vicende c'erano, da
una parte l'insieme degli operai, molti appena arrivati e culturalmente ancora attaccati
alla campagna, e dall'altro la figura del padrone, allora, senatore del regno, Alessandro
Rossi, direttore-presidente della sopraccitata ditta.
opo alcuni anni di ricerca in Italia e in Brasile,
nel 1993 abbiamo discusso la nostra tesi di Master su questo tema sotto il titolo: I
xe come la zavorra: a trajetória dos operários que deixaram Schio rumo a São Paulo, em
1891, il cui testo si trova disponibile nella Biblioteca Civica di Schio, in
versione portoghese.
egli anni seguenti, le nostre indagini si sono
orientate per localizzare queste stesse famiglie e costruire il loro tragitto di
inserimento, in modo particolare, di coloro che si stabilirono nella città di São Paulo,
tra 1981 e 1895. Come era successo durante le ricerche precedenti, abbiamo dovuto
ricorrere agli archivi brasiliani (principalmente del citato capoluogo) e quegli italiani;
e, in più, le valide informazioni in possesso dalle poche famiglie che ancora preservano
qualche memoria dei loro antenati. La ricostruzione di questa presenza non è stata,
comunque, un compito facile visto che gli immigranti operai di Schio diventarono quasi
inafferrabili, subito dopo aver lasciato la Hospedaria
dos Imigrantes nel Quartiere del Brás,
agli occhi delle autorità e dei documenti ufficiali. Il loro arrivo avvenne in un momento
di grande crescita urbana e industriale della città di São Paulo. Così come vivevano in
Italia, i lavoratori venuti da Schio
s'inserirono come forza lavoro nelle industrie tessili che lì si stabilivano. Le
condizioni di vita e di lavoro che conducevano, intanto, erano assai penose. Influenzati,
sin dalla madrepatria, dai movimenti (anarchico e socialista) che contestavano il sistema
vigente, questi operai mantenevano un'organizzazione articulata, lottando insieme e
formando una rete di solidarietà che si estese a varie città del mondo: Schio (Italia),
Thalwil (Svizzera), West-Hoboken [New Jersey (Stati Uniti)] e Buenos Aires (Argentina).
ell'ottobre 1999, come sbocco di questa seconda tappa di
ricerche, abbiamo discusso, finalmente, la tesi di Dottorato sotto il titolo: O
mundo é nossa pátria: a trajetória dos imigrantes operários têxteis de Schio que
fizeram de São Paulo e do Bairro do Brás sua temporária morada, de 1891 a 1895,
il cui testo può essere disponibile sempre nella Biblioteca Civica di Schio, anche questa
in versione portoghese, però con innumerevoli testi e citazioni in italiano.
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Presentazione
della tesi alla Biblioteca Civica di Schio, il 20.07.2000. Dalla sinistra: l'autore che
spiega sotto gli occhi attenti degli assessori comunali Dott. Marangon, Massimiliano e
Dott. Dal Maso, Graziano, rispettivamente.
Fonte: Marcello Limoli. |
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Presentazione della tesi alla Biblioteca Civica di Schio, il 20.07.2000.
Vista dal pubblico che
interviene alla discussione.
Fonte: Marcello Limoli. |
liccando sulla sigla del nome dello stato brasiliano
di destinazione, si può trovare l'elenco dei cognomi delle famiglie immigrate in ordine
alfabetico e così pure i nomi dei rispettivi capofamiglia. Le parti sottolineate sono
allegate ad una pagina particolare che racconta un po' la loro vita e tragitto da
migranti. Queste pagine, d'altronde, non sono ancora finite perché ci mancano
molte ed importanti informazioni, perciò, ci interessa scoprire dati che trattino della
loro destinazione e anche di quello dei loro discendenti, sia in Brasile che in Italia. Se
qualcuno è in possesso di informazioni in proposito può farceli pervenire a questo
indirizzo e-mail: |
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