Analisi contrastiva tra l’italiano e il portoghese:
differenze lessicali e morfosintattiche
(Parte III)
Brunello De Cusatis
Universidade de
Perugia – Itália
6.
Il verbo
I sistemi verbali delle due lingue si diversificano abbastanza. Tant’è
che nel sistema verbale portoghese sono presenti – è noto – due peculiarità
che non ritroviamo nel sistema verbale italiano: il Futuro
do conjuntivo e l’Infinitivo
pessoal, sia semplici che composti. Inoltre, c’è da considerare, sempre
rispetto all’italiano, l’uso quasi inesistente in portoghese del Participio
presente (più che altro ritenuto un semplice aggettivo e/o sostantivo), tanto
da non essere preso in considerazione nelle tavole schematiche grammaticali
delle coniugazioni dei verbi portoghesi.
6.1. I verbi ausiliari
Le
due lingue presentano differenze sostanziali quanto ai verbi ausiliari.
6.1.1.
È risaputo che in
portoghese i verbi ausiliari ter e haver,
oltre a essere, insieme a ser e estar,
quelli più in uso, sono anche gli unici ausiliari che nei tempi composti della
voce attiva sono utilizzati con tutti i verbi. Tra i due, tuttavia, ben sappiamo
come sia ter
il più utilizzato in assoluto, essendo oggigiorno l’uso di haver limitato
quasi del tutto al linguaggio scritto.
Sempre con riferimento ai
tempi composti della voce attiva, a differenza del portoghese, l’italiano
possiede, oltre all’ausiliare avere, anche l’ausiliare essere.
– Nel caso della maggioranza
dei verbi intransitivi che indicano un’azione istintiva o volontaria del
soggetto, ma tale che “non esca fuori” dal soggetto stesso [abbaiare
(latir / ladrar), cenare
(jantar),
dormire
(dormir),
errare
/ sbagliare (errar), gridare
(gritar),
meditare
(meditar),
parlare
(falar),
pensare
(pensar),
pranzare (almoçar),
riflettere
(refle[c]tir),
russare
(roncar / ressonar),
sognare
(sonhar),
ecc.], in italiano e in portoghese si ricorre, rispettivamente, agli ausiliari avere
e ter:
a) Se
i bambini ieri me lo avessero consentito, avrei
dormito dieci ore di fila (Se as crianças ontem me tivessem
deixado, eu teria dormido dez
horas seguidas);
b) Prima
che il capoufficio arrivasse già avevo
parlato di tutti i problemi (Antes do chefe chegar eu já tinha
falado sobre todos os problemas);
c) I
cani avevano abbaiato molto
durante la notte prima del terremoto (Os
cães tinham latido muito
durante a noite antes do terramoto [terremoto]);
d) Avresti
pranzato meglio nel ristorante accanto
(Tu
terias [Você teria] almoçado
melhor no restaurante ao lado);
e) Mia sorella aveva errato, per questo chiese escusa ([A] minha irmã tinha errado, por isso pediu desculpa).
Con riferimento ai verbi di
moto [andare
(ir),
arrivare
(chegar),
camminare (caminhar),
correre (correr),
entrare
(entrar),
giungere (chegar),
partire
(partir),
passeggiare
(passear),
salire (subir),
saltare
(saltar),
scendere
(descer),
uscire
(sair),
venire
(vir),
viaggiare
(viajar),
volare
(voar),
ecc.] e che rientrano anch’essi in questa categoria di verbi intransitivi, in
italiano occorre fare una distinzione importante:
(1) Quando il verbo è rivolto più che altro all’azione stessa,
tanto nel suo accadere quanto nella sua estensione, allora si usa l’ausiliare avere:
a) Se
ne avessi avuto il tempo, avrei
camminato tutto il giorno (Se
tivesse tido tempo, teria caminhado
o dia todo);
b) Erano
stanchi perché avevano
viaggiato durante tutta la notte
(Estavam
cansados porque tinham
viajado durante a noite toda);
c) I nostri piedi erano indolenziti perché avevamo passeggiato per la spiaggia a piedi nudi (Estávamos com os pés doridos porque tínhamos passeado pela praia descalços).
(2) Quando, al
contrario, il verbo è rivolto, non all’azione in se stessa, ma allo scopo
della stessa, poiché è essa un semplice mezzo che serve al fine di andare o di
trovarsi in un luogo, allora si ricorre all’ausiliare essere:
a) Oggi
il treno è partito in ritardo
(Hoje o comboio [trem] partiu atrasado);
b) Prima
di venirmi a prendere erano andati
al mercato (Antes de me virem
buscar tinham
ido
ao mercado);
c) Se
tu fossi arrivato in tempo saremmo
usciti insieme (Se
tu tivesses [você
tivesse] chegado a
[em] tempo teríamos / tínhamos saído
juntos).
Conseguentemente, sempre in
italiano, alcuni di questi stessi verbi di moto, variando significato, variano
anche ausiliare.
Se usati nel significato (1)
si costruiscono con l’ausiliare avere:
a)
Se il cavallo fosse stato più allenato, avrebbe
saltato l’ostacolo (Se
o cavalo tivesse tido mais treino, teria
saltado o obstáculo);
b) Abbiamo
corso più ieri che oggi (Corremos mais ontem do que hoje);
c)
Con più fortuna, l’uccellino avrebbe
volato (Se
tivesse tido mais sorte, o passarinho teria
conseguido voar);
potendo anche avere un
apparente oggetto che ne limiti l’azione stessa:
d)
Quel giorno, prima di pranzo, avevamo
corso un chilometro (Naquele
dia, antes do almoço, tínhamos
corrido um quiló[ô]metro);
f) Ho
salito le scale (Subi
as escadas).
Se usati nel significato (2)
si costruiscono con l’ausiliare essere:
a)
Mia sorella è corsa in
giardino ([A] minha irmã correu para o / ao jardim);
b) Prima
che la incontrassimo già eravamo saliti
al secondo piano (Antes de a encontrarmos já tínhamos
subido / ido para o /
ao segundo andar);
c) Quando
ritornai per afferrarla, la farfalla già era
volata via (Quando voltei para a apanhar, a borboleta já tinha
voado);
d) Con
più coraggio, sarei saltato
giù dalla finestra (Com
mais coragem, eu teria saltado
(pulado) pela janela).
– Relativamente, tuttavia, ai verbi intransitivi in cui l’azione, pur compiendosi all’interno del soggetto, non è realmente fatta da quest’ultimo, il quale, in altre parole, la soffre diventandone soggetto e oggetto a un tempo [oltre al caso, primariamente, del verbo essere (ser), vi sono sia tutti quei verbi che stanno a indicare “un principiare” o “un cambiare” o “un cessare” o “un manifestarsi” o “un occultarsi” dell’essere – ad esempio: apparire (aparecer), crescere (crescer), finire (acabar), invecchiare (envelhecer), mancare (faltar), morire (morrer), nascere (nascer), ringiovanire (rejuvenescer), sbocciare (desabrochar) – sia tutti quei verbi che indicano “caso”, “fortuna”, “valore intrinseco” e così via – ad esempio: accadere / avvenire / succedere (acontecer / dar-se / suceder), appartenere (pertencer), costare (custar), toccare (tocar / acontecer)], a differenza del portoghese, in cui tali verbi nei tempi composti prendono l’ausiliare ter o haver, in italiano si coniugano con l’ausiliare essere:
a) Quando
giunsi in ospedale, il figlio di Anna già era
nato (Quando
cheguei ao hospital, o filho da Ana já tinha
nascido);
b) Se
fosse figlio unico, mio fratello sarebbe
cresciuto viziato fin da piccolo (Se ele fosse filho único, [o]
meu irmão teria crescido
mimado desde pequeno);
c) L’anno
scorso, prima che giungesse la primavera, le mie rose già erano sbocciate (O ano passado,
antes da primavera chegar, [as] minhas rosas já tinham desabrochado);
d) Era mancato
poco che Maria non cadesse giù per le scale (Faltou pouco para que a Maria caísse das escadas).
6.1.1.2. CON I
VERBI RIFLESSIVI
– Anche in presenza dei
verbi riflessivi (siano essi “assoluti” o non), ossia, quei verbi in cui
l’azione compiuta dal soggetto “ritorna” sul soggetto stesso [accorgersi (aperceber-se),
astenersi
(abster-se),
dimenticarsi
(esquecer-se),
lagnarsi
(queixar-se),
lamentarsi (lamentar-se),
odiarsi
(odiar-se),
ricordarsi
(lembrar-se),
valersi
(valer-se
/ servir-se), vergognarsi
(envergonhar-se),
vestirsi
(vestir-se)
e così via], occorre l’uso diverso di ausiliare nelle due lingue (essere,
in italiano, e ter, in portoghese):
a)
Prima di conoscere la verità, mi
ero vergognato del mio comportamento
(Antes de saber a verdade,
tinha-me
[eu me tinha] envergonhado
do meu comportamento);
b)
Per l’occasione, si
era vestita di bianco (Para
aquela ocasião, ela tinha-se [se tinha]
vestido de branco);
c)
Prima di quel frangente, Mario e Anna si
erano odiati (Antes daquela
situação, o Mário e a Ana tinham-se
[se
tinham] odiado).
– Da notare come, sempre in italiano, allorquando la particella
riflessiva (mi,
ti,
si,
ci,
vi)
che accompagna un infinito dipendente si accosti al verbo, da cui esso dipende,
oltre a trasformare quest’ultimo in riflessivo, fa sì che muti l’ausiliare
stesso, da avere
in essere:
a) Da quel momento avevo
cominciato a odiarmi / mi ero
cominciato a odiare (A
partir daquele momento eu tinha começado
a odiar-me
[me odiar]);
b) Hanno
dovuto astenersi dal voto / Si
sono dovuti astenere dal voto (Tiveram
que se abster de votar);
c) Hai
saputo valerti della vittoria / Ti
sei saputo valere della vittoria (Tu soubeste
[Você soube] servir-te
[se servir] da / aproveitar a
vitória).
6.1.1.3. CON I
VERBI IMPERSONALI
Tale uso diversificato di ausiliare nelle due lingue si dà anche in
presenza dei verbi impersonali o dei verbi usati impersonalmente nella 3ª
persona singolare [accadere
/ succedere
(acontecer),
bisognare
/ necessitare
(ser
preciso / ser
necessário), nevicare
(nevar),
piovere
(chover),
sembrare
(parecer),
tuonare
(trovejar),
ecc.]. In italiano, questi verbi prendono regolarmente l’ausiliare essere
oppure lo trasmettono al verbo usato impersonalmente da cui dipendono:
a) Quel giorno era
nevicato prima che Maria arrivasse (Naquele
dia tinha nevado antes da
Maria chegar);
b) Se Giovanni avesse detto la verità, sarebbe
accaduta una tragédia! (Se
o João tivesse dito a verdade, teria
acontecido uma tragédia!);
c) Quando il concerto
iniziò già era smesso di piovere
(Quando o concerto começou já tinha
parado de chover).
6.1.1.4. CON I
VERBI TRANSITIVI
In italiano e in portoghese i
verbi transitivi si costruiscono tutti, rispettivamente, con l’ausiliare avere
e con l’ausiliare ter.
In italiano questo vale anche
per quei verbi di moto, in origine intransitivi (e coniugati con l’ausiliare essere),
che componendosi con alcune preposizioni o prefissi siano divenuti transitivi [Mi
avevano prevenuto in tutto
(da venire);
Non ci hanno
raggiunti in tempo (da giungere);
Hai precorso
i tempi (da correre);
ecc.].
6.1.1.5. CON I
VERBI DI DOPPIO SENSO
Quanto ai verbi di doppio
significato, transitivo l’uno e intransitivo l’altro, in italiano esiste la
regola generale che, nel primo significato, si coniugano con avere, nel secondo, con essere
[Hanno
annegato un gatto / Il gatto è
annegato; Abbiamo
crollato la parete / La parete è
crollata; Ho
seccato i pomodori / Le piante di
pomodori sono seccate; ecc.].
Esistono, tuttavia, sempre in
italiano, dei verbi che meritano una particolare attenzione. Ne diamo alcuni
esempi:
– Fuggire (fugir
/ escapar de), quando è
seguito da un oggetto, vuole l’ausiliare avere
[Avevano
fuggito le tentazioni (Tinham
escapado dàs tentações)];
quando è seguito da una preposizione, vuole l’ausiliare essere
[Era
fuggito all’estero (Ele tinha fugido
para o estrangeiro)];
– Passare (passar),
quando è nel senso di “attraversare”, “varcare”, “superare” e, in
generale, quando è transitivo, si coniuga con l’ausiliare avere [Aveva passato
il fiume a nuoto (Ele tinha
passado (atravessado) o rio a
nado)]; quando è nel senso di “andare oltre”, “muoversi attraverso il
tempo o lo spazio”, si coniuga con l’ausiliare essere
[Erano
passati molti anni (Tinham
passado muitos anos)];
– Mancare (faltar),
quando significa “lasciare di fare qualcosa”,
richiede l’ausiliare avere
[Non gli avevamo
mancato di rispetto (Não
lhe tínhamos faltado ao respeito)]; quando significa
“venir meno”, “non trovarsi presente”, richiede l’ausiliare essere [Non
era mancato nulla (Não
tinha faltado nada)];
– Fiorire
(florescer),
quando è usato in senso intransitivo può coniugarsi con ambedue gli ausiliari.
Più esattamente, con avere denota meglio
l’azione o la causa, con essere,
l’effetto e la condizione [Gli alberi hanno
fiorito / Gli alberi sono
fioriti (As
árvores floresceram)].
Quando è usato in senso transitivo – “far fiorire” o “coprire di
fiori” – si coniuga, ovviamente, con l’ausiliare avere
[La primavera ha
fiorito i campi e i giardini (A
primavera floresceu os campos
e os jardins)].
6.1.2. In
entrambe le lingue i verbi transitivi, o usati come tali, allorquando si
coniugano in forma passiva, uniscono al loro Participio passato tutti i tempi,
tanto semplici quanto composti, dell’ausiliare essere (ser).
6.1.2.1.
Quanto al complemento di agente (agente
da passiva), che è sostanzialmente un complemento di causa, in italiano è
preceduto dalla preposizione da
(por
o, raramente, de
in portoghese):
a) Sono
/ Erano / Furono / Saranno
/ Sarebbero conosciuti da
tutti (São
/ Eram / Foram
/ Serão / Seriam conhecidos por
/ de todos);
b) È
stato / Era
stato / Sarà stato / Sarebbe
stato amato dai suoi
amici (Tem sido / Tinha
sido / Terá sido / Teria sido amado pelos
[por] seus amigos).
6.1.2.2.
A volte, molto di rado, si usa, in italiano, per o perché si vuole
evitare una ripetizione troppo ravvicinata del da o per chiarezza o per
eleganza e anche allorquando il verbo è sottinteso, come nel caso di alcuni
frontespizi di libri [Prefazione e selezione, per
Mario Rossi].
6.1.3. In
italiano, quando a volte si vuole meglio chiarire che l’azione è in atto o
anche per evitare, all’interno della frase o del periodo, una ripetizione
troppo frequente di essere,
si usa come ausiliare della forma passiva il verbo venire,
prendendone, tuttavia, solo i tempi semplici:
a) Mentre giocavo, venni
colpito da una pietra (Enquanto eu
jogava, fui atingido por uma
pedra);
b) Tutti i giorni, in Medio
Oriente, vengono uccise
persone innocenti dai terroristi (Todos
os dias, no Médio Oriente, são
mortas pessoas inocentes pelos terroristas);
c) Quando mio fratello gioca
a scacchi spesso viene battuto
da Maria (Quando [o] meu irmão
joga xadrez muitas vezes é derrotado
/ vencido pela Maria).
6.1.4. È
bene ricordare che in italiano, diversamente da quel che accade in portoghese, i
tempi composti di essere
– sia quando esso ricopre la funzione di verbo principale, sia nella
coniugazione della voce passiva – si “autoconiugano”, ossia, l’ausiliare
è il verbo essere
stesso:
a) Sarebbe
stato auspicabile che ieri quantomeno
tu avessi telefonato (Teria
sido desejável [bom] que
ontem pelo menos tu tivesses [você tivesse] ligado);
b) Sarà
stato Giovanni o un’altra persona a
fare questo? (Terá sido o João
ou outra pessoa a fazer isso?)
c) È
stato amato molto dalla sua fidanzata
(Foi muito amado pela
[por] sua namorada);
d) Quella casa era
stata costruita a forza di braccia (Aquela
casa tinha sido construída à
força de [pela força dos] braços).
6.2.
Sappiamo che in portoghese ser
e estar,
oltre a ricoprire la funzione di ausiliari, hanno anche quella di verbi
principali e copulativi, visto che spesso il Particípio
passado che li
accompagna sta in posizione di predicato o di attributo rispetto a un nome e ha
valore di aggettivo (è bene ricordare come questa loro seconda funzione
rappresenti, a seguito della differenziazione d’uso dei due verbi, un problema
tra i più difficili per un qualunque parlante non portoghese). La stessa cosa
occorre in italiano con il verbo essere:
a) La sua / loro casa è a Perugia (A
casa dele / deles é em
Perugia);
b) Sono
professore universitario (Sou
professor universitário);
c) Oggi è freddo (Hoje está
frio);
d) Maria è
molto magra (A Maria está
/ é muito magra);
e) Giovanni è
ammalato da dieci giorni (O João está doente já há dez dias);
f) Sono
adirati con i loro cugini (Estão zangados com
[os] seus primos).
6.2.1.
Importante è sottolineare come la differenziazione d’uso o l’opposizione in
portoghese tra ser e estar
(in genere – com’è noto – si suole associare ser
a un’idea di “permanenza”, estar a un’idea di “transitorietà”) sia molto
diversa da quella tra essere
e stare
in italiano:
a)
Sto a
Perugia (Moro
em Perugia) [stare
nel significato, appunto, di abitare];
b) Sono
ad Assis (Estou em
Assis) [essere nel senso di una
“permanenza per poco tempo”, una “condizione di passaggio”].
6.2.2.
Spesso l’italiano essere
(nel significato di rimanere,
restare) traduce il
portoghese ficar:
a) Dov’è
la stazione? (Onde
fica a estação?);
b) Il negozio è in fondo alla strada (A loja fica no fim da
rua).
6.3. Modi finiti e modi infinitivi
Diversamente dal sistema
verbale portoghese in cui – com’è noto – si parla di modos (indicativo, conjuntivo
o subjuntivo e imperativo) e
di formas nominais (infinitivo
– suddiviso in impessoal e pessoal – gerúndio e partícipio
passado), in quello italiano si preferisce parlare di modi finiti
(indicativo, congiuntivo e imperativo) e di modi infinitivi o nomi verbali
(infinito, gerundio e participio – suddiviso in passato e presente).
6.4.
L’indicativo e il congiuntivo
In entrambe le lingue, l’indicativo è “il modo della certezza” e
mostra come chi parla sia sicuro di quel che dice. È presente, soprattutto,
nelle preposizioni principali, ma anche nelle preposizioni dipendenti e
subordinate, allorquando queste esprimono una sicurezza.
Quanto al congiuntivo, e sempre in entrambe le lingue, è un modo che
denota l’azione o lo stato come assolutamente possibili, senza, tuttavia,
sottoporli a una data condizione. Dato che è di sua natura un tempo dipendente
e complementare, il suo vero “luogo” è nelle proposizioni subordinate. Lo
si usa, tuttavia, anche come assoluto, allorquando si sottintende un desiderio
e, limitatamente al portoghese, una condizione di dubbio o di incertezza
introdotta dall’avverbio talvez (forse
/ magari).
In italiano, l’indicativo è il solo tra i modi che presenta ben
distinto il valore temporale di presente, passato e futuro. In portoghese, tale
distinzione temporale “completa” la si ritrova egualmente nel modo
congiuntivo, che – com’è noto – possiede, accanto al presente e al
passato, anche un tempo futuro, sconosciuto al sistema verbale
italiano.
6.4.1. Nelle
due lingue si fa un diverso uso dei modi indicativo e congiuntivo.
Quest’ultimo è più diffuso in italiano. In portoghese, difatti, è noto come
si usi l’indicativo in luogo del congiuntivo: 1) nelle orações completivas o
conjuncionais (proposizioni completive) – ossia, formate da un verbo
reggente seguito dalla congiunzione que
(che)
– dopo verbi di attività mentale in forma affermativa [achar
(ritenere),
crer (credere),
pensar
(pensar),
ecc.]; 2) nelle orações interrogativas
indire[c]tas (proposizioni interrogative indirette) dipendenti da alcuni
verbi come ignorar
(ignorare)
e perguntar (chiedere)
seguiti da como (come),
onde
(dove), porque (perché),
quando
(quando),
quem
(chi),
se
(se), ecc.; 3) nelle orações comparativas
(proposizioni comparative):
a) Ritengo
che sia improbabile quel che tu dici
(Acho
que é improvável o que tu
dizes [você diz]);
b) Crediamo
che siano superflue le tue attenzioni
(Acreditamos
que são supérfluos [os] teus
[seus] cuidados);
c) Pensa
che tu sia il colpevole del suo
malessere (Pensa
que tu és [você
é] o culpado do seu mal-estar [mal-estar dele]);
d) Ignoro
come questo sia potuto accadere
(Ignoro
como isso pôde acontecer);
e) Ci
chiediamo perché non siate venuti a
casa nostra (Perguntamo-nos [Nós nos
perguntamos] porque
vocês não vieram a nossa
casa);
f) Tua sorella è molto più
bella di quanto io pensassi
([A] tua [sua] irmã é muito mais bonita do
que eu pensava).
6.4.2.
Riguardo al Presente dell’indicativo non vi sono praticamente differenze tra
le due lingue. Esso indica un’azione o uno stato o un modo di essere che
accade ed esiste nel momento in cui parliamo, sia che inizi o che continui o che
termini. Il suo uso, tuttavia, si estende anche ad altri casi.
6.4.2.1.
Ad esempio, tanto in italiano quanto in portoghese, può sostituire il
Futuro allorquando si vuole esprimere un fatto con maggior certezza o si
registra una situazione di comunicazione in cui sia presente un avverbio o
un’espressione temporale futura:
a) Domani verrò / vengo
a casa vostra (Amanhã irei
/ vou a
vossa casa);
b) La prossima settimana andrà
/ va in Brasile (A
próxima semana irá / vai
ao Brasil);
c) Dopodomani
mia figlia compirà / compie
ventisette anni (Depois de amanhã
[a] minha filha fará / faz vinte e sete anos);
d) La scuola inizierà / inizia
a Settembre (As aulas começarão
/ começam em Setembro).
6.4.2.2.
Sempre in entrambe le lingue, si usa al posto del Passato remoto (Pretérito
perfeito simples) allorquando il racconto è una descrizione che mira a
porne in rilievo i minimi dettagli, come se si verificassero nel momento in cui
si parla. È il cosiddetto Presente storico (Presente
histórico o narrativo):
a) La mattina del giorno dopo tutto viene
fatto secondo gli ordini del capitano (A
manhã do dia seguinte tudo é feito
segundo as ordens do capitão);
b) In quel preciso momento appare
l’amico che lo aveva soccorso il giorno prima (Naquele
preciso momento aparece o
amigo que o tinha socorrido o [no] dia anterior).
6.4.3. L’Imperfetto (Pretérito
imperfeito) dell’indicativo – il quale, come si suol dire, è il
“presente del passato” – denota tanto un’azione passata contemporanea a
un’altra anch’essa passata quanto un’azione che implichi una certa durata
e continuità (da qui il fatto che sia il tempo più appropriato alle
descrizioni di cose o fatti datisi nel passato). Quanto a esso, tra le due
lingue non vi sono vere proprie differenze, se non a livello, per così dire, di
sfumature.
6.4.3.1.
Ad esempio, in quelle che sono le attività quotidiane (“fare la
spesa” o “fare una richiesta” o “chiedere un’informazione”, ecc.) il
portoghese, a differenza dell’italiano, lo usa correntemente al posto del
Condizionale:
a) Vorrei
due chili di arance (Queria dois quilos
de laranjas);
b) Potrebbe
indicarmi una farmacia? (Podia
indicar-me [me indicar] uma farmácia?).
6.4.3.2.
Com’è noto, tuttavia, e in particolare nel linguaggio colloquiale,
questo ricorso al Pretérito imperfeito
in sostituzione del Condicional simples
(o Futuro do pretérito simples, come
usano chiamarlo i grammatici brasiliani) è oggigiorno sempre più frequente in
portoghese, in particolare nella “norma europea” [P]:
a) Come mi
piacerebbe poter andare a Roma! (Como eu
gostava [gostaria]
de poder ir a Roma!);
b) Come rallegrerebbe
i miei genitori la nascita di un secondo nipote! (Como dava [daria]
alegria aos meus pais o nascimento de um segundo neto!).
6.4.4. Il
Trapassato prossimo italiano è, nella sostanza, un Imperfetto non in atto ma in
effetto. Esprime un’azione già svolta e conclusa nel passato mentre
un’altra azione veniva realizzata o stava per realizzarsi. In altre parole,
indica un’azione già compiuta rispetto a un’altra posteriore, che viene
significata o con l’Imperfetto o con il Passato remoto o prossimo o con il
Presente storico. Possiamo dire che esso sta all’Imperfetto come il Passato
remoto sta al Presente. Il tempo portoghese che maggiormente gli si approssima
è il Pretérito mais-que-perfeito simples – tempo peraltro direttamente
derivato dal Piuccheperfetto semplice latino (che l’italiano non ha mantenuto)
e usato oggigiorno, com’è noto, più che altro in letteratura e nel
linguaggio scritto formale, e sostituito nella lingua parlata dal Pretérito mais-que-perfeito composto, che possiede identico valore
temporale:
a) Sempre che aveva tentato di riappacificarsi, ne scaturiva d’immediato
un nuovo litigio (Sempre que tentara
/ tinha tentado fazer as pazes, nascia imediatamente uma nova
discussão);
b) Già avevamo
percorso tutti i negozi della città senza trovare quel che cercavamo
(Já percorrêramos
/ tínhamos percorrido todas
as lojas da cidade sem encontrar o que procurávamos);
c) Erano
stati talmente maleducati che decidemmo
di troncare definitivamente qualunque rapporto con loro (Foram / Tinham sido
de tal modo grosseiros que decidimos cortar definitivamente qualquer relação
com eles).
6.4.5. È
bene ricordare come in portoghese, soprattutto nella “norma europea” [P], a
livello di linguaggio colloquiale il Pretérito
mais-que-perfeito composto non di rado sostituisca il Condicional composto (o Futuro
do pretérito composto, come usano chiamarlo i grammatici brasiliani):
a) Se avessi studiato, avrei
superato l’esame (Se eu
tivesse estudado, tinha [teria] passado no exame);
b) Se loro fossero stati più
cauti, non sarebbe accaduto
nulla (Se eles tivessem sido mais
cautelosos, não tinha [teria]
acontecido nada).
6.4.6. Genera molta confusione il fatto che tra il Passato prossimo italiano e
il Pretérito perfeito composto
portoghese (il quale esprime – è bene ricordalo – un’azione continuativa
o ripetuta e non già conclusa) ci sia una certa prossimità a livello formale.
6.4.6.1
A tale riguardo, occorre sottolineare come, in italiano, il Passato
prossimo sia il “passato del presente”, ossia, indichi un’azione, uno
stato o un modo di essere già compiuto, ma considerato in relazione con il
presente. Una tale relazione si determina: 1) perché tra il fatto datosi e il
momento presente il tempo trascorso è breve (Ieri ho
pranzato a casa dei miei genitori); 2) perché il fatto datosi è
da chi parla riferito a un periodo di tempo che, a prescindere dalla sua
lunghezza, dura tuttora (Quest’anno ho
comprato molti libri); 3) perché il fatto datosi dura nei suoi
effetti ed è, per così dire, ancora attuale (Nel mio
quartiere hanno variato il
nome a tutte le vie).
6.4.6.2.
Sempre in italiano e diversamente dal Passato prossimo, il Passato
remoto o Perfetto (Pretérito perfeito
simples) indica un’azione, uno stato, un modo di essere occorso nel
passato e senza alcun legame con il momento presente. È un tempo verbale,
dunque, che si pone in opposizione assoluta al presente, finendo per escluderlo
completamente; inoltre, differisce dall’Imperfetto (Pretérito imperfeito) poiché non ha alcuna relazione con altra
azione a esso contemporanea. Una tale esclusione del presente si determina perché
si fa riferimento: 1) a un periodo di tempo già completamente trascorso e
finito (Oggi ha riferito quel che gli fu
ieri imposto di dire); 2) a un tempo storico ben determinato, a una data,
a un’età già nota (Il Brasile si
rese indipendente dal Portogallo nel 1822); 3) alla separazione
netta dal presente per il tramite di espressioni indeterminate, quali “un
tempo”, “una volta”, “anticamente”, “già”, ecc. (Un
tempo la Penisola Italiana fu
terra di conquista).
C’è da dire, tuttavia, come nell’italiano colloquiale il Passato
remoto sia sostituito oggigiorno sempre di più dal Passato prossimo.
6.4.6.3.
Quanto al portoghese, ricordo come il Pretérito perfeito simples assommi le funzioni tanto del Passato
remoto quanto del Passato prossimo (anche quando l’azione è riferita a un
passato recente) italiani. Cosicché, le frasi italiane succitate, sia quelle al
Passato prossimo che quelle al Passato remoto, in portoghese si traducono tutte
con il Pretérito perfeito simples:
a) Ieri ho
pranzato a casa dei miei genitori (Ontem almocei
em casa dos [de] meus pais);
b) Quest’anno ho comprato molti libri (Este ano comprei
muitos livros);
c) Nel mio quartiere hanno variato il nome a tutte le vie (No [Em] meu bairro mudaram
o nome a todas as ruas);
d) Oggi ha riferito quel che gli fu
ieri imposto di dire (Hoje referiu
o que ontem lhe foi mandado
dizer);
e) Il Brasile si rese indipendente dal Portogallo nel 1822 (O Brasil tornou-se [se
tornou] independente de Portugal em 1822);
f) Un tempo la Penisola Italiana fu
terra di conquista (Outrora a Península Italiana foi
terra de conquista).
6.4.7. Il Pretérito
perfeito composto portoghese (che esprime – come ben sappiamo – rispetto
al Pretérito perfeito simples
un’azione del passato ripetuta o continuativa fino al presente) non ha in
italiano un tempo verbale esattamente corrispondente (il Trapassato remoto
italiano che, a prima vista, “nominalmente” sembrerebbe esserlo, ha
tutt’altra funzione, come vedremo subito di seguito):
a) Siamo
stati bene durante tutta la settimana
(Temos
passado
bem durante a semana toda);
b) Ho
dormito molto (ultimamente) (Tenho
dormido muito);
c) So bene che (ultimamente) hai
viaggiato molto (Sei bem que tu tens [você
tem] viajado muito).
6.4.8. Il
Trapassato remoto italiano (tempo sconosciuto in portoghese, ma presente, ad
esempio, in spagnolo con il nome di Pretérito
anterior), usato essenzialmente nel linguaggio forbito e letterario e per
nulla in quello colloquiale, esprime un’azione compiuta rispetto a un tempo
Passato remoto, mettendo in rilievo il compimento di quell’azione che il
Passato remoto, per così dire, solo accenna. Si adopera quasi esclusivamente
nelle proposizioni temporali subordinate (orações
temporais subordinadas) in relazione, appunto, con un Passato remoto, sempre
che l’azione in esse contenuta preceda immediatamente l’azione della
proposizione principale. Nel caso, tuttavia, che le due azioni, quella
subordinata e quella principale, avvengano contemporaneamente o le si voglia
intendere come contemporanee, allora si ricorre in entrambe al Passato remoto:
a) Appena ebbe
fatto i compiti, Mario andò a giocare a mosca cieca con gli amici
(Logo que fez os
deveres [as tarefas], o Mário foi jogar à cabra-cega com os amigos);
b) Quando gli parlò, tutto si risolse (Quando lhe falou,
tudo se resolveu).
6.4.9. Il
Futuro dell’indicativo è più usato in italiano che in portoghese. In tal
senso, basti pensare, quanto al portoghese, ai vari sostituti del Futuro simples, ossia, al ricorso a espressioni perifrastiche che,
al contrario, in italiano è preferibile evitare:
a) Partirò
il mese prossimo (Partirei
o próximo mês);
b) Mario avrà fatto quello che gli hai raccomandato di fare? (O Mário terá feito o
que lhe aconselhaste [aconselhou] a fazer?);
c) Domani comprerò
una bicicletta (Amanhã comprarei
/ vou
comprar uma bicicleta);
d) Un giorno dovremo
parlare con Anna (Um dia havemos
de falar com a Ana);
c) Oggi porterò
la macchina dal meccanico (Hoje levarei
/ vou levar
o carro ao mecânico)
6.4.10.
Anche quanto al Condizionale si registra un suo maggior uso in italiano rispetto
al portoghese. Difatti, come già riferito, nel linguaggio parlato, sempre più
spesso il Pretérito imperfeito
sostituisce il Condicional
simples o Futuro do pretérito
simples [B] (cfr. 6.4.3.) e il Pretérito
mais-que-perfeito composto sostituisce
il Condicional composto o Futuro do pretérito composto [B] (cfr. 6.4.5.). È regola, tuttavia, ormai universalmente accettata
anche nel portoghese scritto e letterario ricorrere al Pretérito imperfeito al posto del Condicional simples (Futuro do
pretérito simples [B]) allorquando si vuole esprimere la certezza o
sicurezza della concretizzazione di una determinata conseguenza:
a) Se egli studiasse sarebbe il più bravo di tutti (Se ele estudasse seria
/ era o melhor de todos);
b) Con vent’anni in meno potrei
salire questa rampa senza alcuno sforzo (Se
tivesse vinte anos a menos eu poderia / podia
subir essa rampa sem esforço nenhum);
c) Sono certo che affronteresti meglio il problema se fossi più tranquillo
(Tenho a certeza que tu enfrentarias [você
enfrentaria] / tu enfrentavas
[você enfrentava] melhor o
problema se estivesses [estivesse] mais tranquilo).
6.4.11. Si
è già detto di come il modo congiuntivo sia molto più diffuso nella lingua
italiana che in quella portoghese, nella quale ultima è presente una forte
tendenza a sostituirlo con l’indicativo (cfr. 6.4.1.). Si è anche
accennato al fatto che il Futuro do
conjuntivo, sia simples che composto
(in genere – com’è noto: quello simples
serve a designare l’eventualità di un’azione futura; quello composto,
in presenza di due fatti futuri consecutivi, serve a designare il fatto già
datosi in relazione all’altro non ancora realizzato), è una forma verbale
sconosciuta all’italiano, che per tradurlo ricorre al modo indicativo.
Considerando che questa serie di articoli è rivolta a studenti e/o
parlanti portoghesi, ritengo che sia superfluo soffermarsi sui casi in cui nella
lingua portoghese il ricorso a tale forma verbale è obbligatorio o
consigliabile. Mi limiterò, quindi, a riportare alcuni esempi di frase:
a) Verrò quando posso / potrò
(Virei quando puder);
b) Quando verranno, dia loro questa lettera (Quando
vierem, dê-lhes esta carta);
c) Se non vedrà
con i suoi occhi non ci crederà (Se
ele não vir com [os] seus
olhos não acreditará);
d) Farai come potrai
(Tu farás [Você fará] como puderes
[puder]);
e) Se Dio vuole
/ vorrà, vado / andrò a Roma (Se Deus quiser,
hei-de ir a Roma);
f) Quando avrete
finito l’Università, potrete pensare al vostro futuro (Quando
vocês tiverem acabado
a Universidade, poderão pensar no vosso [em seu] futuro);
g) Se tutte le persone già avranno
cenato, potremo sparecchiare (Se
todas as pessoas já tiverem jantado,
poderemos / podemos tirar a mesa);
h) Se per Natale avrò
comprato un vestito, di certo andrò alla festa (Se
lá para o Natal eu tiver comprado
um fato [terno], com certeza irei / vou à festa).
6.4.12. Da
ricordare come, al contrario del talvez
portoghese, gli avverbi italiani corrispondenti forse
e magari
reggano l’indicativo:
a) Il mese prossimo forse
vado in / parto per
l’Italia (O mês próximo talvez
eu vá à / eu parta para a
Itália);
b) Forse
/ magari sono andati al cinema (Talvez eles tenham ido ao cinema).
6.5.
L’imperativo
In entrambe le lingue, l’imperativo – è noto – esprime
direttamente la volontà che una cosa avvenga o si faccia. È, quindi, il modo
del comando, del dare consigli, del proibire, dell’esprimere un invito o una
supplica. Come forme proprie possiede solo le seconde persone, singolare e
plurale. Per le altre forme – prima plurale e terza persona singolare e
plurale – ricorre, e sempre in entrambe le lingue, a quelle del presente
congiuntivo.
Per quanto concerne l’imperativo affermativo non esistono differenze
tra le due lingue. È nell’imperativo negativo e limitatamente alla seconda
persona singolare che si registra una differenza d’uso, poiché, al contrario
del portoghese, in cui si ricorre al congiuntivo, in italiano si adopera
l’infinito preceduto dalla negazione:
a) Non
mangiare questa mela, è marcia
(Não
comas
[coma] essa maçã, está podre);
b) Non
parcheggiare la macchina lì (Não
estaciones [estacione] o carro aí).
6.6. Modi
infinitivi
Come già ricordato (cfr. 6.3.),
in italiano si hanno quattro modi infinitivi o nomi verbali: infinito, gerundio
e participio, suddiviso, a sua volta, in passato e presente. Uno in più
rispetto alle formas nominais, ossia, il Participio presente, che in portoghese
– come sappiamo – mantiene esclusivamente, tranne rarissime eccezioni, una
funzione di aggettivo o sostantivo.
6.6.1. Tra
l’infinito italiano e l’Infinitivo
impessoal portoghese non si registrano differenze (tranne per il fatto che
di quest’ultimo, al contrario di quel che occorre con l’infinto italiano, se
ne fa un larghissimo uso nelle costruzioni o forme perifrastiche – cfr. 6.7. ).
6.6.1.1.
Entrambi sono ormai correntemente utilizzati come sostantivi,
differendo, tuttavia, dai veri sostantivi corrispondenti poiché conservano la
“forza dell’azione”. Cosicché differiscono tra loro: l’amare (o
amar) da l’amore
(o amor); l’ardere
(o
arder) da l’ardore
(o ardor); l’aspirare
(o
aspirar) da l’aspirazione
(a aspiração); il
sentire (o sentir) da il
sentimento (o
sentimento) e così via.
6.6.1.2.
Entrambi sono utilizzati nelle rispettive lingue in presenza di due
azioni simultanee, differendo solo quanto alla preposizione articolata
introduttiva (nel / ao):
a) Nel
leggere quel libro, ho imparato molte
cose (Ao
ler
aquele livro, aprendi muitas coisas);
b) Nel
mettere ordine alla sua stanza, ha
ritrovato delle cose date per perse (Ao arrumar [o] seu
quarto, ele encontrou coisas que pensava ter perdido).
6.6.1.3.
Entrambe le forme, tanto in italiano, preceduta dalla sola preposizione
da,
quanto in portoghese, preceduta dalle preposizioni de o para
o por,
possono servire di complemento a nomi e verbi nel senso di azione “futura” o
“conveniente” o “necessaria” o “da completare”: macchina
da scrivere (máquina
de escrever); ago
da cucire (agulha
de coser(costurar)); camicie
da stirare (camisas
para passar a ferro); casa
da affittare (casa
para alugar); [la]
cucina [è] da
mettere in ordine ([a] cozinha
[está] por arrumar); ecc.
6.6.2. Così
come per il Futuro do conjuntivo (cfr.
6.4.11.), anche per quanto concerne l’Infinitivo pessoal, sia simples
che composto – senz’altro la
caratteristica morfosintattica “più originale” rispetto alla lingua
italiana – non mi soffermerò sui casi in cui nella lingua portoghese il
ricorso a questa forma verbale infinitiva (nominal)
è obbligatoria o consigliabile. Ancora una volta mi limiterò a qualche esempio
di frase, riportando, non solo la rispettiva traduzione in italiano, ma anche le
due alternative in portoghese, quella, appunto, con l’Infinitivo pessoal (oração
infinitiva / proposizione infinitiva) e quella con l’indicativo o il
congiuntivo (oração completiva /
proposizione completiva e oração
subordinada adverbial / proposizione subordinata avverbiale):
a) Siamo molto dispiaciuti del fatto che
non possiate venire con noi al cinema (Lamentamos
muito o fa[c]to de vocês não poderem
/ que vocês não possam ir
connosco [conosco] ao cinema);
b) Non si alzano da tavola senza che finiscano
di mangiare la frutta (Eles não se levantam da mesa sem terem acabado de comer a fruta / sem que acabem de comer a fruta);
c) Mamma era felice che
rimanessimo a casa (A mãe
estava feliz por ficarmos / porque
nós ficávamos em casa);
d) Lesse il testo ad alta
voce affinché capissimo bene
il senso (Leu
o texto em voz alta para percebermos
/ para que nós percebêssemos
bem o sentido);
e) Hanno mangiato tutto nonostante
non apprezzassero la pasta ai funghi (Comeram
tudo apesar de não gostarem /
embora não gostassem de massa
com cogumelos).
6.6.3. In
entrambe le lingue, il gerundio, poiché nome verbale corrispondente a un
complemento avverbiale, racchiude il senso di un’intera proposizione. Quindi,
al contrario degli altri modi infinitivi (infinito e participio), non può mai
sostantivarsi.
6.6.3.1.
NATURA DEL GERUNDIO
Tanto in italiano quanto in portoghese il gerundio può presentarsi o
come “assoluto” (ma sempre collegato grammaticalmente alla proposizione
principale) o come “complemento”. Allorquando è presente il soggetto,
questo gli si pospone sempre, anche se rappresentato da un pronome:
a) Giungendo
in albergo, mi sono fatto la doccia e sono andato a letto (Chegando
ao hotel, tomei um duche [um banho] e fui para a cama);
b) Insegnando,
s’impara (Ensinando,
aprende-se [se aprende]);
c) C’intenderemo meglio parlando
che scrivendo (Vamo-nos [Nós nos vamos] entendendo [entender] melhor falando
do que escrevendo);
d) Essendo
Mario una persona molto religiosa,
crede nell’Aldilà (Sendo [o] Mário
uma pessoa muito religiosa, acredita no Além);
e) Vedendolo
io in quelle condizioni, sono rimasto
male (Vendo-o [eu]
naquelas condições, fiquei mal).
6.6.3.2.
GERUNDIO IN SOSTITUZIONE…
– In entrambe le lingue, quando due frasi principali con lo stesso
soggetto sono legate dalla congiunzione e
(e),
il gerundio può sostituire, insieme, la congiunzione stessa e il verbo che
segue:
a) La grandine arrivò, distruggendo / e
distrusse i raccolti (O
granizo chegou, destruindo / e
destruiu as colheitas);
b) Maria se ne andò, portandosi / e si
portò via la figlia
(A Maria foi-se [se foi] embora,
levando / e levou a
filha).
– Diversamente dal portoghese, nell’italiano moderno già non usa
che il gerundio sostituisca le frasi relative:
a) Oggi
menti come un attore che recita in una telenovela (Hoje
mentes [você mente] como um a[c]tor representando / que
representa numa telenovela);
b) Giovanni
scrive come un poeta che compone versi (O João
anda a escrever como um poeta compondo / que compõe
versos);
c) Sembro
Romeo che soffre per Giulietta! (Pareço Romeu sofrendo / que
sofre por Julieta!).
6.6.3.3.
GERUNDIO NELLE PERIFRASI
In alcune perifrasi verbali che esprimono la durata dell’azione si
utilizza il gerundio in entrambe le lingue, anche se, quanto al portoghese,
nella “norma europea” [P] si ricorre maggiormente alla costruzione a
+ infinitivo impessoal:
a) Maria sta
prendendo il sole in terrazza (Maria
está apanhando [tomando]
/ a apanhar [a tomar]
sol na varanda);
b) Andavano
dicendo che Giovanni non sarebbe più
rientrato in Italia (Estavam [Andavam]
dizendo
/ a dizer que o João nunca
mais regressaria para a Itália);
c) Stavo
pensando a te quando il postino suonò
il campanello (Estava
pensando
/ a pensar em ti [você] quando o carteiro tocou a campainha).
6.6.4.
Diversamente da quel che accade in portoghese, in italiano il Participio
presente – che discende, come sappiamo, dal Participio presente latino – è a tutti gli effetti, insieme a quello Passato, un modo
infinitivo. Occorre dire che nella lingua parlata tale nome verbale è ormai in
disuso, a causa del gerundio che ne ha ereditato o usurpato in pratica
l’ufficio. Lo si ritrova, però, assai frequentemente – lo stesso avviene,
è noto, in portoghese – in forma di aggettivo e/o di sostantivo (come
sostantivo, in italiano, quando in corrispondenza con i nomi in –tore e/o –trice,
differisce da questi ultimi, poiché esprime l’atto dell’azione, il momento
in cui essa si dà: ad esempio, lo
o la
scrivente è colui o colei che scrive in questo momento, mentre lo
scrittore o la scrittrice è colui o
colei che ha fatto una scrittura), tanto nella lingua parlata quanto in quella
scritta; anzi, sono tanti gli aggettivi e/o i sostantivi, italiani e portoghesi,
che in origine erano participi, ma che già non ne conservano il senso: antecedente, assistente,
costante,
dolente,
eloquente,
ignorante,
importante,
impotente,
insolente,
ecc., solo per citare alcuni di quelli graficamente identici nelle due lingue.
Accanto a questi, ritroviamo anche vari ex participi presenti che sono passati
ad avere funzioni avverbiali, sempre in entrambe le lingue: durante
(da durare / durar),
mediante
(da mediare / mediar),
nonostante
/ não obstante
(da ostare
/ obstar),
ecc.
Nell’italiano scritto, però, sono molti i participi presenti con
“forza verbale” e con “reggimento verbale”, pur se solo in posizione di
attributi a un sostantivo (in portoghese, l’unica eccezione è temente – da temer
– nella frase, ad esempio: É uma pessoa
temente a Deus, ossia, in
italiano, È una persona timorata di Dio). Ne citerò solo alcuni, al singolare
e al plurale, tra i più usati, con accanto la rispettiva risoluzione di modo
finito retto dal che
relativo: annunziante(i),
che annunzia[no]; attestante(i),
che attesta[no]; avente(i),
che ha[nno]; comandante(i),
che comanda[no]; concernente(i),
che concerne(ano); contenente(i),
che contiene(engono); eccedente(i),
che eccede(ono); formante(i),
che forma[no]; indicante(i),
che indica[no]; manifestante(i),
che manifesta[no]; portante(i),
che porta[no]; predicante(i),
che predica[no]; rappresentante(i),
che rappresenta[no]; recante(i),
che reca[no]; tenente(i),
che tiene(engono) e tanti altri di significato affine o diverso.
6.6.5. Al
contrario del Participio presente, il Participio passato (Particípio passado) è molto utilizzato tanto in italiano quanto in
portoghese (per il suo uso nella coniugazione passiva, cfr. 6.1.2.).
L’unica effettiva differenza che ne contraddistingue l’uso nelle due lingue
occorre quando in italiano il Participio passato è elemento di un tempo
composto della voce attiva, nel qual caso, diversamente da quel che si dà in
portoghese, presenta variazione in genere e/o numero:
a) Tua sorella l’avrei fatta entrare volentieri ma avevo la casa tutta in
disordine (Teria feito de boa
vontade entrar [a] tua [sua] irmã mas tinha a casa toda desarrumada);
b) Li
avevo incontrati a Lisbona l’anno
prima dell’incidente (Tinha-os
[Eu os tinha] encontrado
em Lisboa o ano antes do acidente);
c) Le
avevo viste per caso il mese scorso
(Tinha-as [Eu as tinha] visto
por acaso o [no] mês passado);
d) Siamo riusciti ad arrivare in tempo perché
la nave ancora non era partita
(Conseguimos chegar a tempo porque o navio
ainda não tinha partido);
e) Se (ne) avessero avuto l’opportunità,
sarebbero
andati in Brasile varie volte (Se
tivessem tido a oportunidade, eles
teriam ido ao Brasil várias vezes);
f) Maria e Giovanna erano
nate povere (A Maria e a
Joana tinham nascido pobres).
6.7. Forme o
costruzioni perifrastiche
In italiano, si suole associare le forme o costruzioni perifrastiche
agli “ausiliari impropriamente detti”, ossia, quei verbi che,
accompagnandosi con i gerundi e gli infiniti presenti degli altri verbi,
circoscrivono a volte i tempi dei modi finiti, così da fornire o informazioni
di tipo aspettuale o veri e propri significati (ad esempio, “inizio” o
“fine” o “durata” o “ripetizione” di una determinata azione). La
stessa cosa – è noto – occorre anche in portoghese. Difatti, in entrambe le
lingue tali costruzioni perifrastiche si formano sulla combinazione tra verbi
“ausiliari” – quali: andare
(andar / ir), arrivare
(chegar),
cercare
(procurar),
cominciare
/ iniziare (começar
/ iniciar), finire /
terminare (acabar),
restare
/ rimanere (ficar),
stare
(estar),
tornare
(tornar
/ voltar), venire
(vir)
– e gli altri verbi coniugati, per l’appunto, al gerundio (gerúndio)
o all’Infinito presente (Infinitivo
impessoal simples). C’è da dire, tuttavia, che in italiano, rispetto a
quel che accade in portoghese, non si fa un largo uso delle forme o costruzioni
perifrastiche, dette anche perifrasi verbali. Inoltre, ricordo come, mentre
nella “norma europea” [P] sono più usate le perifrasi verbo
+ a + Infinitivo impessoal, nella “norma brasiliana” [B] si ricorra
maggiormente alle perifrasi verbo + gerúndio.
6.7.1. Esempi
di perifrasi verbali con corrispondenza tra le due lingue
– inizio dell’azione
a) Cominciò
a sentirsi male all’improvviso
(Começou
a sentir-se
[se sentir] mal de repente);
b) Cominciò
a studiare filosofia (Começou
a estudar filosofia);
c) Stavo
per uscire / uscendo
quando iniziò a piovere (Estava
a / para sair
[saindo] quando iniciou a chover);
d) L’aereo sta per partire (O
avião está para partir);
– fine dell’azione
e) Maria ha
finito di fare i compiti (Maria
acabou de fazer os deveres [as tarefas]);
– durata dell’azione
f) Stavo
fantasticando su quel che poteva essere
e non è stato (Estava a fantasiar [fantasiando]
sobre o que podia [poderia] ter sido e não foi);
g) Tu
vai cercando quel che non esiste
(Tu andas a procurar [Você anda
procurando] o que não existe);
h) Ogni giorno che passa
l’affetto di Giovanni per Maria va
scemando (Cada dia que
passa o amor do João pela Maria vai
diminuindo);
i) Rimasi
a studiare in casa letteratura italiana
(Eu
fiquei a estudar [estudando]
em casa literatura italiana);
–
ripetizione dell’azione
j) Tornarono
a fare le stesse cose (Eles
tornaram / voltaram
a fazer [fazendo] as mesmas coisas):
6.7.2.
ALTRI Esempi di perifrasi verbali CON O
SENZA corrispondenza tra le due lingue
a) I barbari devastarono
l'Impero Romano (Os bárbaros
foram devastando
o Império Romano);
b) Così si
convinsero che la loro posizione era errata (Assim
se foram convencendo de que a
posição deles estava errada);
c) Stavo
per dimenticarmi di te (Ia-me
esquecendo de
ti [você]);
d) Le promise che si
sarebbe sposato con lei (Prometeu-lhe
[Ele lhe prometeu] que havia de casar
com ela);
e) Come
potevo mai dimenticarmi di te?
(Como
havia de me esquecer
de ti [E podia me esquecer de
você?]);
f) Devi
mangiare tutta la minestra (Tu
tens [Você tem] de
comer a sopa toda);
g) Siamo
andati a vivere in Brasile (Passámos
a viver no Brasil);
h) Solo ieri Giovanni è riuscito a rivedere il figlio (Só ontem o João chegou a
/ conseguiu tornar
a ver [rever] o filho);
i) Domani, appena sveglio, mi
metterò a studiare (Amanhã, mal acordar, ponho-me
[me ponho] a
estudar).