Analisi contrastiva tra l’italiano e il portoghese:

differenze lessicali e morfosintattiche

(Parte III)

   

Brunello De Cusatis

Universidade de Perugia – Itália  

6. Il verbo

I sistemi verbali delle due lingue si diversificano abbastanza. Tant’è che nel sistema verbale portoghese sono presenti – è noto – due peculiarità che non ritroviamo nel sistema verbale italiano: il Futuro do conjuntivo  e l’Infinitivo pessoal, sia semplici che composti. Inoltre, c’è da considerare, sempre rispetto all’italiano, l’uso quasi inesistente in portoghese del Participio presente (più che altro ritenuto un semplice aggettivo e/o sostantivo), tanto da non essere preso in considerazione nelle tavole schematiche grammaticali delle coniugazioni dei verbi portoghesi. 

6.1. I verbi ausiliari

Le due lingue presentano differenze sostanziali quanto ai verbi ausiliari.

6.1.1. È risaputo che in portoghese i verbi ausiliari ter e haver, oltre a essere, insieme a ser e estar, quelli più in uso, sono anche gli unici ausiliari che nei tempi composti della voce attiva sono utilizzati con tutti i verbi. Tra i due, tuttavia, ben sappiamo come sia ter il più utilizzato in assoluto, essendo oggigiorno l’uso di haver limitato quasi del tutto al linguaggio scritto.

Sempre con riferimento ai tempi composti della voce attiva, a differenza del portoghese, l’italiano possiede, oltre all’ausiliare avere, anche l’ausiliare essere.

  6.1.1.1. CON I VERBI INTRANSITIVI

– Nel caso della maggioranza dei verbi intransitivi che indicano un’azione istintiva o volontaria del soggetto, ma tale che “non esca fuori” dal soggetto stesso [abbaiare (latir / ladrar), cenare (jantar), dormire (dormir), errare / sbagliare (errar), gridare (gritar), meditare (meditar), parlare (falar), pensare (pensar), pranzare (almoçar), riflettere (refle[c]tir), russare (roncar / ressonar), sognare (sonhar), ecc.], in italiano e in portoghese si ricorre, rispettivamente, agli ausiliari avere e ter:

a) Se i bambini ieri me lo avessero consentito, avrei dormito dieci ore di fila (Se as crianças ontem me tivessem deixado, eu teria dormido dez horas seguidas);

b) Prima che il capoufficio arrivasse già avevo parlato di tutti i problemi (Antes do chefe chegar eu já tinha falado sobre todos os problemas);

c) I cani avevano abbaiato molto durante la notte prima del terremoto (Os cães tinham latido muito durante a noite antes do terramoto [terremoto]);

d) Avresti pranzato meglio nel ristorante accanto (Tu terias [Você teria] almoçado melhor no restaurante ao lado);

e) Mia sorella aveva errato, per questo chiese escusa ([A] minha irmã tinha errado, por isso pediu desculpa).

Con riferimento ai verbi di moto [andare (ir), arrivare (chegar), camminare (caminhar), correre (correr), entrare (entrar), giungere (chegar), partire (partir), passeggiare (passear), salire (subir), saltare (saltar), scendere (descer), uscire (sair), venire (vir), viaggiare (viajar), volare (voar), ecc.] e che rientrano anch’essi in questa categoria di verbi intransitivi, in italiano occorre fare una distinzione importante:

(1) Quando il verbo è rivolto più che altro all’azione stessa, tanto nel suo accadere quanto nella sua estensione, allora si usa l’ausiliare avere:

a) Se ne avessi avuto il tempo, avrei camminato tutto il giorno (Se tivesse tido tempo, teria caminhado o dia todo);

b) Erano stanchi perché avevano viaggiato durante tutta la notte (Estavam cansados porque tinham viajado durante a noite toda);

c) I nostri piedi erano indolenziti perché avevamo passeggiato per la spiaggia a piedi nudi (Estávamos com os pés doridos porque tínhamos passeado pela praia descalços).

(2) Quando, al contrario, il verbo è rivolto, non all’azione in se stessa, ma allo scopo della stessa, poiché è essa un semplice mezzo che serve al fine di andare o di trovarsi in un luogo, allora si ricorre all’ausiliare essere:

a) Oggi il treno è partito in ritardo (Hoje o comboio [trem] partiu atrasado);

b) Prima di venirmi a prendere erano andati al mercato (Antes de me virem buscar tinham ido ao mercado);

c) Se tu fossi arrivato in tempo saremmo usciti insieme (Se tu tivesses [você tivesse] chegado a [em] tempo teríamos / tínhamos  saído juntos).

Conseguentemente, sempre in italiano, alcuni di questi stessi verbi di moto, variando significato, variano anche ausiliare.

Se usati nel significato (1) si costruiscono con l’ausiliare avere:  

a) Se il cavallo fosse stato più allenato, avrebbe saltato l’ostacolo (Se o cavalo tivesse tido mais treino, teria saltado o obstáculo);

b) Abbiamo corso più ieri che oggi (Corremos mais ontem do que hoje);

c) Con più fortuna, l’uccellino avrebbe volato (Se tivesse tido mais sorte, o passarinho teria conseguido voar);

potendo anche avere un apparente oggetto che ne limiti l’azione stessa:

d) Quel giorno, prima di pranzo, avevamo corso un chilometro (Naquele dia, antes do almoço, tínhamos corrido um quiló[ô]metro);

f) Ho salito le scale (Subi as escadas).

Se usati nel significato (2) si costruiscono con l’ausiliare essere:

a) Mia sorella è corsa in giardino ([A] minha irmã correu para o / ao jardim);

b) Prima che la incontrassimo già eravamo saliti al secondo piano (Antes de a encontrarmos já tínhamos subido / ido para o / ao segundo andar);

c) Quando ritornai per afferrarla, la farfalla già era volata via (Quando voltei para a apanhar, a borboleta já tinha voado);

d) Con più coraggio, sarei saltato giù dalla finestra (Com mais coragem, eu teria saltado (pulado) pela janela).

– Relativamente, tuttavia, ai verbi intransitivi in cui l’azione, pur compiendosi all’interno del soggetto, non è realmente fatta da quest’ultimo, il quale, in altre parole, la soffre diventandone soggetto e oggetto a un tempo [oltre al caso, primariamente, del verbo essere (ser), vi sono sia tutti quei verbi che stanno a indicare “un principiare” o “un cambiare” o “un cessare” o “un manifestarsi” o “un occultarsi” dell’essere – ad esempio: apparire (aparecer), crescere (crescer), finire (acabar), invecchiare (envelhecer), mancare (faltar), morire (morrer), nascere (nascer), ringiovanire (rejuvenescer), sbocciare (desabrochar) – sia tutti quei verbi che indicano “caso”, “fortuna”, “valore intrinseco” e così via – ad esempio: accadere / avvenire / succedere (acontecer / dar-se / suceder), appartenere (pertencer), costare (custar), toccare (tocar / acontecer)], a differenza del portoghese, in cui tali verbi nei tempi composti prendono l’ausiliare ter o haver, in italiano si coniugano con l’ausiliare essere:

a) Quando giunsi in ospedale, il figlio di Anna già era nato (Quando cheguei ao hospital, o filho da Ana já tinha nascido);

b) Se fosse figlio unico, mio fratello sarebbe cresciuto viziato fin da piccolo (Se ele fosse filho único, [o] meu irmão teria crescido mimado desde pequeno);

c) L’anno scorso, prima che giungesse la primavera, le mie rose già erano sbocciate (O ano passado, antes da primavera chegar, [as] minhas rosas já tinham desabrochado);

d) Era mancato poco che Maria non cadesse giù per le scale (Faltou pouco para que a Maria caísse das escadas).

6.1.1.2. CON I VERBI RIFLESSIVI

– Anche in presenza dei verbi riflessivi (siano essi “assoluti” o non), ossia, quei verbi in cui l’azione compiuta dal soggetto “ritorna” sul soggetto stesso [accorgersi (aperceber-se), astenersi (abster-se), dimenticarsi (esquecer-se), lagnarsi (queixar-se), lamentarsi (lamentar-se), odiarsi (odiar-se), ricordarsi (lembrar-se), valersi (valer-se / servir-se), vergognarsi (envergonhar-se), vestirsi (vestir-se) e così via], occorre l’uso diverso di ausiliare nelle due lingue (essere, in italiano, e ter, in portoghese):

a) Prima di conoscere la verità, mi ero vergognato del mio comportamento (Antes de saber a verdade, tinha-me [eu me tinha] envergonhado do meu comportamento);

b) Per l’occasione, si era vestita di bianco (Para aquela ocasião, ela tinha-se [se tinha] vestido de branco);

c) Prima di quel frangente, Mario e Anna si erano odiati (Antes daquela situação, o Mário e a Ana tinham-se [se tinham] odiado).  

– Da notare come, sempre in italiano, allorquando la particella riflessiva (mi, ti, si, ci, vi) che accompagna un infinito dipendente si accosti al verbo, da cui esso dipende, oltre a trasformare quest’ultimo in riflessivo, fa sì che muti l’ausiliare stesso, da avere in essere:

a) Da quel momento avevo cominciato a odiarmi / mi ero cominciato a odiare (A partir daquele momento eu tinha começado a odiar-me [me odiar]);

b) Hanno dovuto astenersi dal voto / Si sono dovuti astenere dal voto (Tiveram que se abster de votar);

c) Hai saputo valerti della vittoria / Ti sei saputo valere della vittoria (Tu soubeste [Você soube] servir-te [se servir] da / aproveitar a vitória).

6.1.1.3. CON I VERBI IMPERSONALI

Tale uso diversificato di ausiliare nelle due lingue si dà anche in presenza dei verbi impersonali o dei verbi usati impersonalmente nella 3ª persona singolare [accadere  / succedere (acontecer), bisognare / necessitare (ser preciso / ser necessário), nevicare (nevar), piovere (chover), sembrare (parecer), tuonare (trovejar), ecc.]. In italiano, questi verbi prendono regolarmente l’ausiliare essere oppure lo trasmettono al verbo usato impersonalmente da cui dipendono:

a) Quel giorno era nevicato prima che Maria arrivasse (Naquele dia tinha nevado antes da Maria chegar);

b) Se Giovanni avesse detto la verità, sarebbe accaduta una tragédia! (Se o João tivesse dito a verdade, teria acontecido uma tragédia!);

c) Quando il concerto iniziò già era smesso di piovere (Quando o concerto começou já tinha parado de chover).

6.1.1.4. CON I VERBI TRANSITIVI

In italiano e in portoghese i verbi transitivi si costruiscono tutti, rispettivamente, con l’ausiliare avere e con l’ausiliare ter.

 

In italiano questo vale anche per quei verbi di moto, in origine intransitivi (e coniugati con l’ausiliare essere), che componendosi con alcune preposizioni o prefissi siano divenuti transitivi [Mi avevano prevenuto in tutto (da venire); Non ci hanno raggiunti in tempo (da giungere); Hai precorso i tempi (da correre); ecc.].

6.1.1.5. CON I VERBI DI DOPPIO SENSO

Quanto ai verbi di doppio significato, transitivo l’uno e intransitivo l’altro, in italiano esiste la regola generale che, nel primo significato, si coniugano con avere, nel secondo, con essere [Hanno annegato un gatto / Il gatto è annegato; Abbiamo crollato la parete / La parete è crollata; Ho seccato i pomodori / Le piante di pomodori sono seccate; ecc.].

Esistono, tuttavia, sempre in italiano, dei verbi che meritano una particolare attenzione. Ne diamo alcuni esempi:

Fuggire (fugir / escapar de), quando è seguito da un oggetto, vuole l’ausiliare avere [Avevano fuggito le tentazioni (Tinham escapado dàs tentações)]; quando è seguito da una preposizione, vuole l’ausiliare essere [Era fuggito all’estero (Ele tinha fugido para o estrangeiro)];

Passare (passar), quando è nel senso di “attraversare”, “varcare”, “superare” e, in generale, quando è transitivo, si coniuga con l’ausiliare avere [Aveva passato il fiume a nuoto (Ele tinha passado (atravessado) o rio a nado)]; quando è nel senso di “andare oltre”, “muoversi attraverso il tempo o lo spazio”, si coniuga con l’ausiliare essere [Erano passati molti anni (Tinham passado muitos anos)];

Mancare (faltar), quando significa “lasciare di fare qualcosa”,  richiede l’ausiliare avere [Non gli avevamo mancato di rispetto (Não lhe tínhamos faltado ao respeito)]; quando significa “venir meno”, “non trovarsi presente”, richiede l’ausiliare essere [Non era mancato nulla (Não tinha faltado nada)];

 Fiorire (florescer), quando è usato in senso intransitivo può coniugarsi con ambedue gli ausiliari. Più esattamente, con avere denota meglio l’azione o la causa, con essere, l’effetto e la condizione [Gli alberi hanno fiorito / Gli alberi sono fioriti (As árvores floresceram)]. Quando è usato in senso transitivo – “far fiorire” o “coprire di fiori” – si coniuga, ovviamente, con l’ausiliare avere [La primavera ha fiorito i campi e i giardini (A primavera floresceu os campos e os jardins)].

6.1.2. In entrambe le lingue i verbi transitivi, o usati come tali, allorquando si coniugano in forma passiva, uniscono al loro Participio passato tutti i tempi, tanto semplici quanto composti, dell’ausiliare essere (ser).

6.1.2.1.

Quanto al complemento di agente (agente da passiva), che è sostanzialmente un complemento di causa, in italiano è preceduto dalla preposizione da (por o, raramente, de in portoghese):

a) Sono / Erano / Furono / Saranno / Sarebbero conosciuti da tutti (São / Eram / Foram / Serão / Seriam conhecidos por / de todos);

b) È stato / Era stato / Sarà stato / Sarebbe stato amato dai suoi amici (Tem sido / Tinha sido / Terá sido / Teria sido amado pelos [por] seus amigos).

6.1.2.2.

A volte, molto di rado, si usa, in italiano, per o perché si vuole evitare una ripetizione troppo ravvicinata del da o per chiarezza o per eleganza e anche allorquando il verbo è sottinteso, come nel caso di alcuni frontespizi di libri [Prefazione e selezione, per Mario Rossi].

6.1.3. In italiano, quando a volte si vuole meglio chiarire che l’azione è in atto o anche per evitare, all’interno della frase o del periodo, una ripetizione troppo frequente di essere, si usa come ausiliare della forma passiva il verbo venire, prendendone, tuttavia, solo i tempi semplici:

a) Mentre giocavo, venni colpito da una pietra (Enquanto eu jogava, fui atingido por uma pedra);

b) Tutti i giorni, in Medio Oriente, vengono uccise persone innocenti dai terroristi (Todos os dias, no Médio Oriente, são mortas pessoas inocentes pelos terroristas);

c) Quando mio fratello gioca a scacchi spesso viene battuto da Maria (Quando [o] meu irmão joga xadrez muitas vezes é derrotado / vencido pela Maria).

6.1.4. È bene ricordare che in italiano, diversamente da quel che accade in portoghese, i tempi composti di essere – sia quando esso ricopre la funzione di verbo principale, sia nella coniugazione della voce passiva – si “autoconiugano”, ossia, l’ausiliare è il verbo essere stesso:

a) Sarebbe stato auspicabile che ieri quantomeno tu avessi telefonato (Teria sido desejável [bom] que ontem pelo menos tu tivesses [você tivesse] ligado);

b) Sarà stato Giovanni o un’altra persona a fare questo? (Terá sido o João ou outra pessoa a fazer isso?)

c) È stato amato molto dalla sua fidanzata (Foi muito amado pela [por] sua namorada);

d) Quella casa era stata costruita a forza di braccia (Aquela casa tinha sido construída à força de [pela força dos] braços).

6.2. Sappiamo che in portoghese ser e estar, oltre a ricoprire la funzione di ausiliari, hanno anche quella di verbi principali e copulativi, visto che spesso il Particípio passado che li accompagna sta in posizione di predicato o di attributo rispetto a un nome e ha valore di aggettivo (è bene ricordare come questa loro seconda funzione rappresenti, a seguito della differenziazione d’uso dei due verbi, un problema tra i più difficili per un qualunque parlante non portoghese). La stessa cosa occorre in italiano con il verbo essere:

a) La sua / loro casa è a Perugia (A casa dele / deles é em Perugia);

b) Sono professore universitario (Sou professor universitário);

c) Oggi è freddo (Hoje está frio);

d) Maria è molto magra (A Maria está / é muito magra);

e) Giovanni è ammalato da dieci giorni (O João está doente já há dez dias);

f) Sono adirati con i loro cugini (Estão zangados com [os] seus primos).

6.2.1. Importante è sottolineare come la differenziazione d’uso o l’opposizione in portoghese tra ser e estar (in genere – com’è noto – si suole associare ser a un’idea di “permanenza”, estar a un’idea di “transitorietà”) sia molto diversa da quella tra essere e stare in italiano:

a) Sto a Perugia (Moro em Perugia) [stare nel significato, appunto, di abitare];

b) Sono ad Assis (Estou em Assis) [essere nel senso di una “permanenza per poco tempo”, una “condizione di passaggio”].

6.2.2. Spesso l’italiano essere (nel significato di rimanere, restare) traduce il portoghese ficar:     

a) Dov’è la stazione? (Onde fica a estação?);

b) Il negozio è in fondo alla strada (A loja fica no fim da rua).

6.3. Modi finiti e modi infinitivi

Diversamente dal sistema verbale portoghese in cui – com’è noto – si parla di modos (indicativo, conjuntivo o subjuntivo e imperativo) e di formas nominais (infinitivo – suddiviso in impessoal e pessoalgerúndio e partícipio passado), in quello italiano si preferisce parlare di modi finiti (indicativo, congiuntivo e imperativo) e di modi infinitivi o nomi verbali (infinito, gerundio e participio – suddiviso in passato e presente).  

6.4. L’indicativo e il congiuntivo

In entrambe le lingue, l’indicativo è “il modo della certezza” e mostra come chi parla sia sicuro di quel che dice. È presente, soprattutto, nelle preposizioni principali, ma anche nelle preposizioni dipendenti e subordinate, allorquando queste esprimono una sicurezza.

Quanto al congiuntivo, e sempre in entrambe le lingue, è un modo che denota l’azione o lo stato come assolutamente possibili, senza, tuttavia, sottoporli a una data condizione. Dato che è di sua natura un tempo dipendente e complementare, il suo vero “luogo” è nelle proposizioni subordinate. Lo si usa, tuttavia, anche come assoluto, allorquando si sottintende un desiderio e, limitatamente al portoghese, una condizione di dubbio o di incertezza introdotta dall’avverbio talvez (forse / magari).   

In italiano, l’indicativo è il solo tra i modi che presenta ben distinto il valore temporale di presente, passato e futuro. In portoghese, tale distinzione temporale “completa” la si ritrova egualmente nel modo congiuntivo, che – com’è noto – possiede, accanto al presente e al passato, anche un tempo futuro, sconosciuto al sistema verbale italiano.

6.4.1. Nelle due lingue si fa un diverso uso dei modi indicativo e congiuntivo. Quest’ultimo è più diffuso in italiano. In portoghese, difatti, è noto come si usi l’indicativo in luogo del congiuntivo: 1) nelle orações completivas o conjuncionais (proposizioni completive) – ossia, formate da un verbo reggente seguito dalla congiunzione  que (che) – dopo verbi di attività mentale in forma affermativa [achar (ritenere), crer (credere), pensar (pensar), ecc.]; 2) nelle orações interrogativas indire[c]tas (proposizioni interrogative indirette) dipendenti da alcuni verbi come ignorar (ignorare) e perguntar (chiedere) seguiti da como (come), onde (dove), porque (perché), quando (quando), quem (chi), se (se), ecc.; 3) nelle orações comparativas (proposizioni comparative):

a) Ritengo che sia improbabile quel che tu dici (Acho que é improvável o que tu dizes [você diz]);

b) Crediamo che siano superflue le tue attenzioni (Acreditamos que são supérfluos [os] teus [seus] cuidados);

c) Pensa che tu sia il colpevole del suo malessere (Pensa que tu és [você é] o culpado do seu mal-estar [mal-estar dele]);

d) Ignoro come questo sia potuto accadere (Ignoro como isso pôde acontecer);

e) Ci chiediamo perché non siate venuti a casa nostra (Perguntamo-nos [Nós nos perguntamos] porque vocês não vieram a nossa casa);

f) Tua sorella è molto più bella di quanto io pensassi ([A] tua [sua] irmã é muito mais bonita do que eu pensava).

6.4.2. Riguardo al Presente dell’indicativo non vi sono praticamente differenze tra le due lingue. Esso indica un’azione o uno stato o un modo di essere che accade ed esiste nel momento in cui parliamo, sia che inizi o che continui o che termini. Il suo uso, tuttavia, si estende anche ad altri casi.

6.4.2.1.

Ad esempio, tanto in italiano quanto in portoghese, può sostituire il Futuro allorquando si vuole esprimere un fatto con maggior certezza o si registra una situazione di comunicazione in cui sia presente un avverbio o un’espressione temporale futura:

a) Domani verrò / vengo a casa vostra (Amanhã irei  / vou a vossa casa);

b) La prossima settimana andrà / va in Brasile (A próxima semana irá / vai ao Brasil);

c) Dopodomani mia figlia compirà / compie ventisette anni (Depois de amanhã [a] minha filha fará / faz vinte e sete anos);

d) La scuola inizierà / inizia a Settembre (As aulas começarão / começam em Setembro).

6.4.2.2.

Sempre in entrambe le lingue, si usa al posto del Passato remoto (Pretérito perfeito simples) allorquando il racconto è una descrizione che mira a porne in rilievo i minimi dettagli, come se si verificassero nel momento in cui si parla. È il cosiddetto Presente storico (Presente histórico o narrativo):

a) La mattina del giorno dopo tutto viene fatto secondo gli ordini del capitano (A manhã do dia seguinte tudo é feito segundo as ordens do capitão);

b) In quel preciso momento appare l’amico che lo aveva soccorso il giorno prima (Naquele preciso momento aparece o amigo que o tinha socorrido o [no] dia anterior).

 6.4.3. L’Imperfetto (Pretérito imperfeito) dell’indicativo – il quale, come si suol dire, è il “presente del passato” – denota tanto un’azione passata contemporanea a un’altra anch’essa passata quanto un’azione che implichi una certa durata e continuità (da qui il fatto che sia il tempo più appropriato alle descrizioni di cose o fatti datisi nel passato). Quanto a esso, tra le due lingue non vi sono vere proprie differenze, se non a livello, per così dire, di sfumature.

6.4.3.1.

Ad esempio, in quelle che sono le attività quotidiane (“fare la spesa” o “fare una richiesta” o “chiedere un’informazione”, ecc.) il portoghese, a differenza dell’italiano, lo usa correntemente al posto del Condizionale:

a) Vorrei due chili di arance (Queria dois quilos de laranjas);

b) Potrebbe indicarmi una farmacia? (Podia indicar-me [me indicar] uma farmácia?). 

6.4.3.2.

Com’è noto, tuttavia, e in particolare nel linguaggio colloquiale, questo ricorso al Pretérito imperfeito in sostituzione del Condicional simples (o Futuro do pretérito simples, come usano chiamarlo i grammatici brasiliani) è oggigiorno sempre più frequente in portoghese, in particolare nella “norma europea” [P]:

a) Come mi piacerebbe poter andare a Roma! (Como eu gostava [gostaria] de poder ir a Roma!);

b) Come rallegrerebbe i miei genitori la nascita di un secondo nipote! (Como dava [daria] alegria aos meus pais o nascimento de um segundo neto!).  

6.4.4. Il Trapassato prossimo italiano è, nella sostanza, un Imperfetto non in atto ma in effetto. Esprime un’azione già svolta e conclusa nel passato mentre un’altra azione veniva realizzata o stava per realizzarsi. In altre parole, indica un’azione già compiuta rispetto a un’altra posteriore, che viene significata o con l’Imperfetto o con il Passato remoto o prossimo o con il Presente storico. Possiamo dire che esso sta all’Imperfetto come il Passato remoto sta al Presente. Il tempo portoghese che maggiormente gli si approssima è il Pretérito mais-que-perfeito simples – tempo peraltro direttamente derivato dal Piuccheperfetto semplice latino (che l’italiano non ha mantenuto) e usato oggigiorno, com’è noto, più che altro in letteratura e nel linguaggio scritto formale, e sostituito nella lingua parlata dal Pretérito mais-que-perfeito composto, che possiede identico valore temporale:

a) Sempre che aveva tentato di riappacificarsi, ne scaturiva d’immediato un nuovo litigio (Sempre que tentara / tinha tentado fazer as pazes, nascia imediatamente uma nova discussão);

b) Già avevamo percorso tutti i negozi della città senza trovare quel che cercavamo (percorrêramos / tínhamos percorrido todas as lojas da cidade sem encontrar o que procurávamos);

c) Erano stati talmente maleducati che decidemmo di troncare definitivamente qualunque rapporto con loro (Foram / Tinham sido de tal modo grosseiros que decidimos cortar definitivamente qualquer relação com eles).

6.4.5. È bene ricordare come in portoghese, soprattutto nella “norma europea” [P], a livello di linguaggio colloquiale il Pretérito mais-que-perfeito composto non di rado sostituisca il Condicional composto (o Futuro do pretérito composto, come usano chiamarlo i grammatici brasiliani):

a) Se avessi studiato, avrei superato l’esame (Se eu tivesse estudado, tinha  [teria] passado no exame);

b) Se loro fossero stati più cauti, non sarebbe accaduto nulla (Se eles tivessem sido mais cautelosos, não tinha [teria] acontecido nada).

6.4.6. Genera molta confusione il fatto che tra il Passato prossimo italiano e il Pretérito perfeito composto portoghese (il quale esprime – è bene ricordalo – un’azione continuativa o ripetuta e non già conclusa) ci sia una certa prossimità a livello formale.

6.4.6.1

A tale riguardo, occorre sottolineare come, in italiano, il Passato prossimo sia il “passato del presente”, ossia, indichi un’azione, uno stato o un modo di essere già compiuto, ma considerato in relazione con il presente. Una tale relazione si determina: 1) perché tra il fatto datosi e il momento presente il tempo trascorso è breve (Ieri ho pranzato a casa dei miei genitori); 2) perché il fatto datosi è da chi parla riferito a un periodo di tempo che, a prescindere dalla sua lunghezza, dura tuttora (Quest’anno ho comprato molti libri); 3) perché il fatto datosi dura nei suoi effetti ed è, per così dire, ancora attuale (Nel mio quartiere hanno variato il nome a tutte le vie).

6.4.6.2.

Sempre in italiano e diversamente dal Passato prossimo, il Passato remoto o Perfetto (Pretérito perfeito simples) indica un’azione, uno stato, un modo di essere occorso nel passato e senza alcun legame con il momento presente. È un tempo verbale, dunque, che si pone in opposizione assoluta al presente, finendo per escluderlo completamente; inoltre, differisce dall’Imperfetto (Pretérito imperfeito) poiché non ha alcuna relazione con altra azione a esso contemporanea. Una tale esclusione del presente si determina perché si fa riferimento: 1) a un periodo di tempo già completamente trascorso e finito (Oggi ha riferito quel che gli fu ieri imposto di dire); 2) a un tempo storico ben determinato, a una data, a un’età già nota (Il Brasile si rese indipendente dal Portogallo nel 1822); 3) alla separazione netta dal presente per il tramite di espressioni indeterminate, quali “un tempo”, “una volta”, “anticamente”, “già”, ecc. (Un tempo la Penisola Italiana fu terra di conquista).

C’è da dire, tuttavia, come nell’italiano colloquiale il Passato remoto sia sostituito oggigiorno sempre di più dal Passato prossimo.

6.4.6.3.

Quanto al portoghese, ricordo come il Pretérito perfeito simples assommi le funzioni tanto del Passato remoto quanto del Passato prossimo (anche quando l’azione è riferita a un passato recente) italiani. Cosicché, le frasi italiane succitate, sia quelle al Passato prossimo che quelle al Passato remoto, in portoghese si traducono tutte con il Pretérito perfeito simples:

a) Ieri ho pranzato a casa dei miei genitori (Ontem almocei em casa dos [de] meus pais);

b) Quest’anno ho comprato molti libri (Este ano comprei muitos livros);

c) Nel mio quartiere hanno variato il nome a tutte le vie (No [Em] meu bairro mudaram o nome a todas as ruas);

d) Oggi ha riferito quel che gli fu ieri imposto di dire (Hoje referiu o que ontem lhe foi mandado dizer);

e) Il Brasile si rese indipendente dal Portogallo nel 1822 (O Brasil tornou-se [se tornou] independente de Portugal em 1822);

f) Un tempo la Penisola Italiana fu terra di conquista (Outrora a Península Italiana foi terra de conquista).

6.4.7. Il Pretérito perfeito composto portoghese (che esprime – come ben sappiamo – rispetto al Pretérito perfeito simples un’azione del passato ripetuta o continuativa fino al presente) non ha in italiano un tempo verbale esattamente corrispondente (il Trapassato remoto italiano che, a prima vista, “nominalmente” sembrerebbe esserlo, ha tutt’altra funzione, come vedremo subito di seguito):

a) Siamo stati bene durante tutta la settimana (Temos passado bem durante a semana toda);

b) Ho dormito molto (ultimamente) (Tenho dormido muito);

c) So bene che (ultimamente) hai viaggiato molto (Sei bem que tu tens [você tem] viajado muito).

6.4.8. Il Trapassato remoto italiano (tempo sconosciuto in portoghese, ma presente, ad esempio, in spagnolo con il nome di Pretérito anterior), usato essenzialmente nel linguaggio forbito e letterario e per nulla in quello colloquiale, esprime un’azione compiuta rispetto a un tempo Passato remoto, mettendo in rilievo il compimento di quell’azione che il Passato remoto, per così dire, solo accenna. Si adopera quasi esclusivamente nelle proposizioni temporali subordinate (orações temporais subordinadas) in relazione, appunto, con un Passato remoto, sempre che l’azione in esse contenuta preceda immediatamente l’azione della proposizione principale. Nel caso, tuttavia, che le due azioni, quella subordinata e quella principale, avvengano contemporaneamente o le si voglia intendere come contemporanee, allora si ricorre in entrambe al Passato remoto:

a) Appena ebbe fatto i compiti, Mario andò a giocare a mosca cieca con gli amici (Logo que fez os deveres [as tarefas], o Mário foi jogar à cabra-cega com os amigos);

b) Quando gli parlò, tutto si risolse (Quando lhe falou, tudo se resolveu).

6.4.9. Il Futuro dell’indicativo è più usato in italiano che in portoghese. In tal senso, basti pensare, quanto al portoghese, ai vari sostituti del Futuro simples, ossia, al ricorso a espressioni perifrastiche che, al contrario, in italiano è preferibile evitare:

a) Partirò il mese prossimo (Partirei o próximo mês);

b) Mario avrà fatto quello che gli hai raccomandato di fare? (O Mário terá feito o que lhe aconselhaste [aconselhou] a fazer?);

c) Domani comprerò una bicicletta (Amanhã comprarei / vou comprar uma bicicleta);

d) Un giorno dovremo parlare con Anna (Um dia havemos de falar com a Ana);

c) Oggi porterò la macchina dal meccanico (Hoje levarei / vou  levar o carro ao mecânico)    

6.4.10. Anche quanto al Condizionale si registra un suo maggior uso in italiano rispetto al portoghese. Difatti, come già riferito, nel linguaggio parlato, sempre più spesso il Pretérito imperfeito sostituisce il Condicional simples o Futuro do pretérito simples [B] (cfr. 6.4.3.) e il  Pretérito mais-que-perfeito composto sostituisce il Condicional composto o Futuro do pretérito composto [B] (cfr. 6.4.5.). È regola, tuttavia, ormai universalmente accettata anche nel portoghese scritto e letterario ricorrere al Pretérito imperfeito al posto del Condicional simples (Futuro do pretérito simples [B]) allorquando si vuole esprimere la certezza o sicurezza della concretizzazione di una determinata conseguenza:

a) Se egli studiasse sarebbe il più bravo di tutti (Se ele estudasse seria / era o melhor de todos);

b) Con vent’anni in meno potrei salire questa rampa senza alcuno sforzo (Se tivesse vinte anos a menos eu poderia / podia subir essa rampa sem esforço nenhum);

c) Sono certo che affronteresti meglio il problema se fossi più tranquillo (Tenho a certeza que tu enfrentarias [você enfrentaria] / tu enfrentavas [você enfrentava] melhor o problema se estivesses [estivesse] mais tranquilo).

6.4.11. Si è già detto di come il modo congiuntivo sia molto più diffuso nella lingua italiana che in quella portoghese, nella quale ultima è presente una forte tendenza a sostituirlo con l’indicativo (cfr. 6.4.1.). Si è anche accennato al fatto che il Futuro do conjuntivo, sia simples che composto (in genere – com’è noto: quello simples serve a designare l’eventualità di un’azione futura; quello composto, in presenza di due fatti futuri consecutivi, serve a designare il fatto già datosi in relazione all’altro non ancora realizzato), è una forma verbale sconosciuta all’italiano, che per tradurlo ricorre al modo indicativo.

Considerando che questa serie di articoli è rivolta a studenti e/o parlanti portoghesi, ritengo che sia superfluo soffermarsi sui casi in cui nella lingua portoghese il ricorso a tale forma verbale è obbligatorio o consigliabile. Mi limiterò, quindi, a riportare alcuni esempi di frase:

a) Verrò quando posso / potrò (Virei quando puder);

b) Quando verranno, dia loro questa lettera (Quando vierem, dê-lhes esta carta);

c) Se non vedrà con i suoi occhi non ci crederà (Se ele não vir com [os] seus olhos não acreditará);

d) Farai come potrai (Tu farás [Você fará] como puderes [puder]);

e) Se Dio vuole / vorrà, vado / andrò a Roma (Se Deus quiser, hei-de ir a Roma);

f) Quando avrete finito l’Università, potrete pensare al vostro futuro (Quando vocês tiverem acabado a Universidade, poderão pensar no vosso [em seu] futuro);

g) Se tutte le persone già avranno cenato, potremo sparecchiare (Se todas as pessoas já tiverem jantado, poderemos / podemos tirar a mesa);

h) Se per Natale avrò comprato un vestito, di certo andrò alla festa (Se lá para o Natal eu tiver comprado um fato [terno], com certeza irei / vou à festa).

6.4.12. Da ricordare come, al contrario del talvez portoghese, gli avverbi italiani corrispondenti forse e magari reggano l’indicativo:

a) Il mese prossimo forse vado in / parto per l’Italia (O mês próximo talvez eu vá à / eu parta para a Itália);

b) Forse / magari sono andati al cinema (Talvez eles tenham ido ao cinema).    

6.5. L’imperativo

In entrambe le lingue, l’imperativo – è noto – esprime direttamente la volontà che una cosa avvenga o si faccia. È, quindi, il modo del comando, del dare consigli, del proibire, dell’esprimere un invito o una supplica. Come forme proprie possiede solo le seconde persone, singolare e plurale. Per le altre forme – prima plurale e terza persona singolare e plurale – ricorre, e sempre in entrambe le lingue, a quelle del presente congiuntivo.

Per quanto concerne l’imperativo affermativo non esistono differenze tra le due lingue. È nell’imperativo negativo e limitatamente alla seconda persona singolare che si registra una differenza d’uso, poiché, al contrario del portoghese, in cui si ricorre al congiuntivo, in italiano si adopera l’infinito preceduto dalla negazione:

a) Non mangiare questa mela, è marcia (Não comas [coma] essa maçã, está podre);

b) Non parcheggiare la macchina lì (Não estaciones [estacione] o carro aí).   

6.6. Modi infinitivi

Come già ricordato (cfr. 6.3.), in italiano si hanno quattro modi infinitivi o nomi verbali: infinito, gerundio e participio, suddiviso, a sua volta, in passato e presente. Uno in più rispetto alle formas nominais, ossia, il Participio presente, che in portoghese – come sappiamo – mantiene esclusivamente, tranne rarissime eccezioni, una funzione di aggettivo o sostantivo.   

6.6.1. Tra l’infinito italiano e l’Infinitivo impessoal portoghese non si registrano differenze (tranne per il fatto che di quest’ultimo, al contrario di quel che occorre con l’infinto italiano, se ne fa un larghissimo uso nelle costruzioni o forme perifrastiche – cfr. 6.7. ).

6.6.1.1.

Entrambi sono ormai correntemente utilizzati come sostantivi, differendo, tuttavia, dai veri sostantivi corrispondenti poiché conservano la “forza dell’azione”. Cosicché differiscono tra loro: l’amare (o amar) da l’amore (o amor); l’ardere (o arder) da l’ardore (o ardor); l’aspirare (o aspirar) da l’aspirazione (a aspiração);  il sentire (o sentir) da il sentimento (o sentimento) e così via.

6.6.1.2.

Entrambi sono utilizzati nelle rispettive lingue in presenza di due azioni simultanee, differendo solo quanto alla preposizione articolata introduttiva (nel / ao):

a) Nel leggere quel libro, ho imparato molte cose (Ao ler aquele livro, aprendi muitas coisas);

b) Nel mettere ordine alla sua stanza, ha ritrovato delle cose date per perse (Ao arrumar [o] seu quarto, ele encontrou coisas que pensava ter perdido).

6.6.1.3.

Entrambe le forme, tanto in italiano, preceduta dalla sola preposizione da, quanto in portoghese, preceduta dalle preposizioni de o para o por, possono servire di complemento a nomi e verbi nel senso di azione “futura” o “conveniente” o “necessaria” o “da completare”: macchina da scrivere (máquina de escrever); ago da cucire (agulha de coser(costurar)); camicie da stirare (camisas para passar a ferro); casa da affittare (casa para alugar); [la] cucina [è] da mettere in ordine ([a] cozinha [está] por arrumar); ecc.

6.6.2. Così come per il Futuro do conjuntivo (cfr. 6.4.11.), anche per quanto concerne l’Infinitivo pessoal, sia simples che composto – senz’altro la caratteristica morfosintattica “più originale” rispetto alla lingua italiana – non mi soffermerò sui casi in cui nella lingua portoghese il ricorso a questa forma verbale infinitiva (nominal) è obbligatoria o consigliabile. Ancora una volta mi limiterò a qualche esempio di frase, riportando, non solo la rispettiva traduzione in italiano, ma anche le due alternative in portoghese, quella, appunto, con l’Infinitivo pessoal (oração infinitiva / proposizione infinitiva) e quella con l’indicativo o il congiuntivo (oração completiva / proposizione completiva e oração subordinada adverbial / proposizione subordinata avverbiale):

a) Siamo molto dispiaciuti del fatto che non possiate venire con noi al cinema (Lamentamos muito o fa[c]to de vocês não poderem / que vocês não possam ir connosco [conosco] ao cinema);

b) Non si alzano da tavola senza che finiscano di mangiare la frutta (Eles não se levantam da mesa sem terem acabado de comer a fruta / sem que acabem de comer a fruta);

c) Mamma era felice che rimanessimo a casa (A mãe estava feliz por ficarmos / porque nós ficávamos em casa);

d) Lesse il testo ad alta voce affinché capissimo bene il senso (Leu o texto em voz alta para percebermos / para que nós percebêssemos bem o sentido); 

e) Hanno mangiato tutto nonostante non apprezzassero la pasta ai funghi (Comeram tudo apesar de não gostarem / embora não gostassem de massa com cogumelos).

6.6.3. In entrambe le lingue, il gerundio, poiché nome verbale corrispondente a un complemento avverbiale, racchiude il senso di un’intera proposizione. Quindi, al contrario degli altri modi infinitivi (infinito e participio), non può mai sostantivarsi.

6.6.3.1. NATURA DEL GERUNDIO

Tanto in italiano quanto in portoghese il gerundio può presentarsi o come “assoluto” (ma sempre collegato grammaticalmente alla proposizione principale) o come “complemento”. Allorquando è presente il soggetto, questo gli si pospone sempre, anche se rappresentato da un pronome:   

a) Giungendo in albergo, mi sono fatto la doccia e sono andato a letto (Chegando ao hotel, tomei um duche [um banho] e fui para a cama);

b) Insegnando, s’impara (Ensinando, aprende-se [se aprende]);

c) C’intenderemo meglio parlando che scrivendo (Vamo-nos [Nós nos vamos] entendendo [entender] melhor falando do que escrevendo);

d) Essendo Mario una persona molto religiosa, crede nell’Aldilà (Sendo [o] Mário uma pessoa muito religiosa, acredita no Além);

e) Vedendolo io in quelle condizioni, sono rimasto male (Vendo-o [eu] naquelas condições, fiquei mal).

6.6.3.2. GERUNDIO IN SOSTITUZIONE…

– In entrambe le lingue, quando due frasi principali con lo stesso soggetto sono legate dalla congiunzione e (e), il gerundio può sostituire, insieme, la congiunzione stessa e il verbo che segue:

a) La grandine arrivò, distruggendo / e distrusse i raccolti (O granizo chegou, destruindo / e destruiu as colheitas);

b) Maria se ne andò, portandosi / e si portò via la figlia (A Maria foi-se [se foi] embora, levando / e levou a filha).

– Diversamente dal portoghese, nell’italiano moderno già non usa che il gerundio sostituisca le frasi relative:

a) Oggi menti come un attore che recita in una telenovela (Hoje mentes [você mente] como um a[c]tor representando / que representa numa telenovela);

b) Giovanni scrive come un poeta che compone versi (O João anda a escrever como um poeta compondo / que compõe versos);

c) Sembro Romeo che soffre per Giulietta! (Pareço Romeu sofrendo / que sofre por Julieta!).

6.6.3.3. GERUNDIO NELLE PERIFRASI

In alcune perifrasi verbali che esprimono la durata dell’azione si utilizza il gerundio in entrambe le lingue, anche se, quanto al portoghese, nella “norma europea” [P] si ricorre maggiormente alla costruzione a + infinitivo impessoal:

a) Maria sta prendendo il sole in terrazza (Maria está  apanhando [tomando] / a apanhar [a tomar] sol na varanda);

b) Andavano dicendo che Giovanni non sarebbe più rientrato in Italia (Estavam [Andavam] dizendo / a dizer que o João nunca mais regressaria para a Itália);

c) Stavo pensando a te quando il postino suonò il campanello (Estava  pensando / a pensar em ti [você] quando o carteiro tocou a campainha).

6.6.4. Diversamente da quel che accade in portoghese, in italiano il Participio presente – che discende, come sappiamo, dal Participio presente latino –  è a tutti gli effetti, insieme a quello Passato, un modo infinitivo. Occorre dire che nella lingua parlata tale nome verbale è ormai in disuso, a causa del gerundio che ne ha ereditato o usurpato in pratica l’ufficio. Lo si ritrova, però, assai frequentemente – lo stesso avviene, è noto, in portoghese – in forma di aggettivo e/o di sostantivo (come sostantivo, in italiano, quando in corrispondenza con i nomi in –tore e/o –trice, differisce da questi ultimi, poiché esprime l’atto dell’azione, il momento in cui essa si dà: ad esempio, lo o la scrivente è colui o colei che scrive in questo momento, mentre lo scrittore o la scrittrice è colui o colei che ha fatto una scrittura), tanto nella lingua parlata quanto in quella scritta; anzi, sono tanti gli aggettivi e/o i sostantivi, italiani e portoghesi, che in origine erano participi, ma che già non ne conservano il senso: antecedente, assistente, costante, dolente, eloquente, ignorante, importante, impotente, insolente, ecc., solo per citare alcuni di quelli graficamente identici nelle due lingue. Accanto a questi, ritroviamo anche vari ex participi presenti che sono passati ad avere funzioni avverbiali, sempre in entrambe le lingue: durante (da durare / durar), mediante (da mediare / mediar), nonostante / não obstante (da ostare / obstar), ecc.

Nell’italiano scritto, però, sono molti i participi presenti con “forza verbale” e con “reggimento verbale”, pur se solo in posizione di attributi a un sostantivo (in portoghese, l’unica eccezione è temente – da temer – nella frase, ad esempio: É uma pessoa temente a Deus, ossia, in italiano, È una persona timorata di Dio). Ne citerò solo alcuni, al singolare e al plurale, tra i più usati, con accanto la rispettiva risoluzione di modo finito retto dal che relativo: annunziante(i), che annunzia[no]; attestante(i), che attesta[no]; avente(i), che ha[nno]; comandante(i), che comanda[no]; concernente(i), che concerne(ano); contenente(i), che contiene(engono); eccedente(i), che eccede(ono); formante(i), che forma[no]; indicante(i), che indica[no]; manifestante(i), che manifesta[no]; portante(i), che porta[no]; predicante(i), che predica[no]; rappresentante(i), che rappresenta[no]; recante(i), che reca[no]; tenente(i), che tiene(engono) e tanti altri di significato affine o diverso.

6.6.5. Al contrario del Participio presente, il Participio passato (Particípio passado) è molto utilizzato tanto in italiano quanto in portoghese (per il suo uso nella coniugazione passiva, cfr. 6.1.2.). L’unica effettiva differenza che ne contraddistingue l’uso nelle due lingue occorre quando in italiano il Participio passato è elemento di un tempo composto della voce attiva, nel qual caso, diversamente da quel che si dà in portoghese, presenta variazione in genere e/o numero:

 

a) Tua sorella l’avrei fatta entrare volentieri ma avevo la casa tutta in disordine (Teria feito de boa vontade entrar [a] tua [sua] irmã mas tinha a casa toda desarrumada);

b) Li avevo incontrati a Lisbona l’anno prima dell’incidente (Tinha-os [Eu os tinha] encontrado em Lisboa o ano antes do acidente);

c) Le avevo viste per caso il mese scorso (Tinha-as [Eu as tinha] visto por acaso o [no] mês passado);

d) Siamo riusciti ad arrivare in tempo perché la nave ancora non era partita (Conseguimos chegar a tempo porque o navio ainda não tinha partido);

e) Se (ne) avessero avuto l’opportunità, sarebbero andati in Brasile varie volte (Se tivessem tido a oportunidade, eles teriam ido ao Brasil várias vezes);

f) Maria e Giovanna erano nate povere (A Maria e a Joana tinham nascido pobres).        

6.7. Forme o costruzioni perifrastiche

In italiano, si suole associare le forme o costruzioni perifrastiche agli “ausiliari impropriamente detti”, ossia, quei verbi che, accompagnandosi con i gerundi e gli infiniti presenti degli altri verbi, circoscrivono a volte i tempi dei modi finiti, così da fornire o informazioni di tipo aspettuale o veri e propri significati (ad esempio, “inizio” o “fine” o “durata” o “ripetizione” di una determinata azione). La stessa cosa – è noto – occorre anche in portoghese. Difatti, in entrambe le lingue tali costruzioni perifrastiche si formano sulla combinazione tra verbi “ausiliari” –  quali: andare (andar / ir), arrivare (chegar), cercare (procurar), cominciare / iniziare (começar / iniciar), finire / terminare (acabar), restare / rimanere (ficar), stare (estar), tornare (tornar / voltar), venire (vir) – e gli altri verbi coniugati, per l’appunto, al gerundio (gerúndio) o all’Infinito presente (Infinitivo impessoal simples). C’è da dire, tuttavia, che in italiano, rispetto a quel che accade in portoghese, non si fa un largo uso delle forme o costruzioni perifrastiche, dette anche perifrasi verbali. Inoltre, ricordo come, mentre nella “norma europea” [P] sono più usate le perifrasi verbo + a + Infinitivo impessoal, nella “norma brasiliana” [B] si ricorra maggiormente alle perifrasi verbo + gerúndio.

6.7.1. Esempi di perifrasi verbali con corrispondenza tra le due lingue

– inizio dell’azione

a) Cominciò a sentirsi male all’improvviso (Começou a sentir-se [se sentir] mal de repente);

b) Cominciò a studiare filosofia (Começou a estudar filosofia);

c) Stavo per uscire / uscendo quando iniziò a piovere (Estava a / para sair [saindo] quando iniciou a chover);

d) L’aereo sta per partire (O avião está para partir);

– fine dell’azione

e) Maria ha finito di fare i compiti (Maria acabou de fazer os deveres [as tarefas]);

– durata dell’azione    

f) Stavo fantasticando su quel che poteva essere e non è stato (Estava  a fantasiar [fantasiando] sobre o que podia [poderia] ter sido e não foi);

g) Tu vai cercando quel che non esiste (Tu andas a procurar [Você anda procurando] o que não existe);

h) Ogni giorno che passa l’affetto di Giovanni per Maria va scemando (Cada dia que passa o amor do João pela Maria vai diminuindo);

i) Rimasi a studiare in casa letteratura italiana (Eu fiquei  a estudar [estudando] em casa literatura italiana);

 – ripetizione dell’azione

 j) Tornarono a fare le stesse cose (Eles tornaram / voltaram a fazer [fazendo] as mesmas coisas):

 6.7.2. ALTRI Esempi di perifrasi verbali CON O SENZA corrispondenza tra le due lingue

a) I barbari devastarono l'Impero Romano (Os bárbaros foram devastando o Império Romano);              

b) Così si convinsero che la loro posizione era errata (Assim se foram convencendo de que a posição deles estava errada);

c) Stavo per dimenticarmi di te (Ia-me esquecendo  de ti [você]);

d) Le promise che si sarebbe sposato con lei (Prometeu-lhe [Ele lhe prometeu] que havia de casar com ela);

e) Come potevo mai dimenticarmi di te? (Como havia de me esquecer de ti [E podia me esquecer de você?]);

f) Devi mangiare tutta la minestra (Tu tens [Você tem] de comer a sopa toda);

g) Siamo andati a vivere in Brasile (Passámos a viver no Brasil);

h) Solo ieri Giovanni è riuscito a rivedere il figlio (Só ontem o João chegou a / conseguiu tornar a ver [rever] o filho);

i) Domani, appena sveglio, mi metterò a studiare (Amanhã, mal acordar, ponho-me [me ponho] a estudar).